Doveva essere la giornata della svolta, ma così non è stato. Il Benevento doveva archiviare la striscia di risultati senza vittoria, provando a fare il colpo contro la Fiorentina di Prandelli, in casa al Vigorito. Una viola in difficoltà e con gli stessi punti in classifica. Tuttavia, l’ex ct della Nazionale ha trovato il giusto antidoto per bloccare le idee del collega Inzaghi. Il tecnico giallorosso ha optato per il ritorno al 4-3-2-1, assetto tattico riprovato tutta la settimana e scelto nonostante le assenze importanti di Depaoli e di Letizia. Fortunatamente c’è Improta, giocatore sempre utile alla causa giallorossa, in primis per la sua enorme duttilità che gli permette di ricoprire gran parte dei ruoli che gli vengono assegnati. La scelta di riproporre Ionita nel tridente, a supporto di Gaich insieme a Lapadula, ha forse penalizzato un po’ il moldavo, che nella ripresa, quando tornato al suo ruolo naturale, sembra essersi sentito nuovamente a suo agio.
Come già si evince dal titolo, il Benevento del primo tempo ha faticato non poco in fase di costruzione. Demeriti dei giallorossi? Forse soltanto la mancanza di alternative, ma indubbiamente ci sono gli enormi meriti della viola e, in particolare, di un calciatore che ha fatto la differenza, Frank Ribery. Il francese, ex Bayern Monaco, ai più attenti osservatori si è posizionato in modo da bloccare l’ingranaggio giallorosso. La marcatura ad uomo su Schiattarella ha impedito al Benevento di passare tra i piedi dell’ex Spal, e costretto, quindi, a far impostare sempre i centrali o ancora a far abbassare soprattutto Caprari. Al gruppo di Inzaghi, dunque, non restava che provare ad impostare cercando direttamente la punta; e alla respinta della difesa di Prandelli, correre subito in pressione per cercare di arrivare prima su qualche palla vagante, spazzata male. Qualche occasione, però, anche per una Fiorentina non così lucida, c’è stata. E Gaich si è saputo muovere sulla linea, provando a sfruttare i palloni impostati dal centrocampo giallorosso. Quando, poi, Ribery avanzava, a coprirlo c’era Pulgar che non dava modo alla difesa di passare per la zona centrale del campo.
Quando Inzaghi nella ripresa ha cambiato qualcosa, inserendo Insigne e tornando ad un tridente più naturale, il Benevento è tornato quello di sempre. Verticalizzazioni sugli esterni d’attacco che spesso si accentravano e si mettevano in proprio, solidità a centrocampo con Ionita arretrato (intervallata soltanto dal clamoroso errore di Schiattarella in occasione del poker definitivo) e qualche occasione sprecata, pensando a Gaich e pensando al miracolo di Dragowski su Caprari, sembravano aver fatto dimenticare persino i tre gol subiti nel primo tempo. I giallorossi, però, si svegliano troppo tardi e quando Insigne fa la differenza, il punteggio è ormai compromesso e l’impresa delle imprese difficile da conseguire.
Se a ciò si aggiunge il lavoro svolto dalla Fiorentina in fase offensiva, tutto diventa più complicato. La partecipazione, a turno, di uno dei centrali della difesa a tre viola (spesso Martinez Quarta, o anche Milenkovic) ha spesso creato una decisiva superiorità numerica, tale da mandare in tilt la retroguardia giallorossa, specialmente nel primo tempo. In più, Ribery era sempre bravo a farsi trovare tra le linee oppure ad azionare la manovra di contropiede, come in occasione della prima rete di Vlahovic, complice un cattivo posizionamento di Kamil Glik. Così in fase di non possesso il Benevento più volte s’è dovuto arrendere alla manovra viola, con la quale la Fiorentina si è imposta nei primi 45 minuti, riuscendo a tramortire le Streghe con la tripletta del serbo con la 9 sulle spalle.
In conclusione, errori individuali, qualche confusione tattica e i grandi meriti della squadra di Prandelli hanno impedito ai giallorossi di ritrovare la vittoria, in un’occasione piuttosto importante per smuovere le acque della classifica. La marcatura ad uomo su Schiattarella è stata certamente la giusta mossa tattica per impedire ai giallorossi di proseguire la loro costruzione dal basso, costringendoli (quasi sempre) ad affidarsi a lanci lunghi non sempre affidabili in fase di impostazione. La rinnovata freschezza del Benevento della ripresa, che sembrava sapesse giocare a memoria con i due esterni di ruolo e con Ionita arretrato, dev’essere il punto dal quale Inzaghi deve ripartire. Certezze di quel gruppo squadra che ha scalato la zona retrocessione, arrivando persino a +10 sulla terzultima. Grinta, voglia di lottare su ogni pallone e, soprattutto, consapevolezza dei propri mezzi. Caratteristiche che Vigorito ha ribadito bene, nel corso dell’ultima intervista rilasciata ad Ottogol. Il patron ha sottolineato quanto questa squadra farà di tutto per salvarsi. Non assolutamente un’utopia, ma certamente un’impresa, e il Benevento ha tutte le carte in regola per festeggiare il suo ‘scudetto’ a fine stagione.
L’ANALISI TATTICA – Così la Fiorentina ha bloccato le idee del Benevento
