
Contattato dalla redazione di Campania nel Pallone, Carmine D’Argenio, collaboratore di Vivicentro.it, che ha seguito l’annata di Fabio Caserta sulla panchina del Perugia, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul lavoro svolto dal tecnico calabrese e sul rapporto con Santopadre e l’ambiente umbro: “L’impressione che mi ha fatto Caserta è ottima, e voglio subito dire che è stato l’unico a credere nella promozione in B, anche quando la società s’era espressa nella volontà di centrare in primis i play-off. A marzo c’è stato un distacco di 6-7 punti, a causa di alcune partite da recuperare per le problematiche legate al Covid. Caserta, nonostante avesse sbagliato proprio quelle gare di recupero, ha sempre rassicurato l’ambiente e ad aprile, dopo quel mese nefasto, ha recuperato alla lunga i punti persi nelle gare da recuperare. Ha mantenuto la promessa di non cercare tutto e subito, ma di lavorare e pedalare tirando le somme soltanto alla fine”.
Secondo D’Argenio, il tecnico ha una marcia in più oltre le doti da allenatore: “Ha fatto la differenza soprattutto con la sua convinzione da calabrese, inculcandola anche ai ragazzi. Quando la società ci ha creduto meno, loro hanno portato a termine il campionato nello scetticismo generale, dovuto soprattutto alla batosta per 1 a 0 contro il Padova nello scontro diretto…”. Da un punto di vista tattico, D’Argenio ha sottolineato la versatilità del tecnico: “Non è un allenatore che si incaponisce con un sol modulo, ma che prova giocatori in diversi ruoli. Elia (Perugia calcio, ndr) ha fatto tutto, dall’esterno basso all’attaccante. Forse ci mette un po’ a trovare la quadra per tutte queste ‘prove’ all’inizio, ma alla fine riesce sempre a trovare il giusto vestito per la sua formazione”.
Il finale, nel rapporto con Santopadre e nella ricostruzione del collega, è stato un po’ amaro: “Caserta ha teso a rinviare le trattative in tavola per continuare insieme, sono cominciate le voci da Benevento e il presidente ha fatto 2 più 2. Da lì è subentrato il Benevento, e oggi Santopadre in conferenza ha confermato il forte interesse del patron Vigorito, che ha giustamente aspettato che si risolvesse il rapporto tra il tecnico calabrese e il presidente del Perugia”. La deadline era quella della Supercoppa contro la Ternana: “Santopadre si è sentito un po’ ‘tradito’, i due dovevano riparlarne dopo la Supercoppa, con l’unico intento di provare a vincerla. S’erano lasciati, dunque, per il proseguimento, ma Caserta ha poi tergiversato”.
Sulla carriera personale del tecnico calabrese, D’Argenio ha pochi dubbi: “Personalmente trovo il tecnico uno di quegli allenatori destinati a togliersi qualche soddisfazione non solo nelle categorie ‘minori’, ma anche in serie A. Per il Benevento è idealissimo. Vigorito ha detto che non c’è fretta di ritornare in A, ma secondo me nella sua chiarezza ha scelto Caserta per abbattere quel velo di precauzione che s’è giustamente preso, non potendo investire come ha fatto l’anno scorso. Caserta anche con pochi investimenti riesce sempre a valorizzare, e lo vedo bene non soltanto per un assalto alla A, ma anche per alcune squadre di media-classifica nella categoria maggiore”.
Infine, su come potrà trovarsi a Benevento e una particolare considerazione sull’atteggiamento di Caserta: “A Perugia ciò che gli ha dato fastidio è che forse è stato l’unico a crederci, e questo può essere stato un motivo di risentimento. Nel Sannio dovranno essere tutti uniti, perché se dovesse sentirsi mancare in fiducia, ciò potrebbe avere ricadute in ottica futura sul rapporto con l’ambiente. La linea da seguire dev’essere quella di remare tutti insieme. Caserta vuole che tutti ci credano e che tutti possano star dietro al suo lavoro perché ha dimostrato che la contingenza del momento gli interessa poco, perché i frutti del lavoro si vedono alla fine. Non vuole – ha concluso D’Argenio – che qualcuno possa remare contro quando tutti devono essere uniti anche nei momenti di difficoltà”.
