Alla vigilia della sfida in trasferta contro il Genoa, reduce dalla vittoria di Udine, Antonio Conte, tecnico del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni analizzando la fase di stagione che gli azzurri stanno attraversando, soffermandosi sul percorso e sugli ostacoli incontrati – come lo stop non breve di Buongiorno, ai box per la frattura si due vertebre lombari. «Non esistono scorciatoie per arrivare al successo», ha esordito l’allenatore salentino, «alcune scelte di qualità possono abbreviare questo percorso, ma le scorciatoie lo renderebbero soltanto effimero».
Sono 35 i punti che il Napoli ha accumulato in 16 giornate: «Sono tanti punti, e questo significa che la squadra mi segue. Sin da Dimaro, il gruppo ha avuto una crescita esponenziale, e se così non fosse non sarei qui. Quando vedo i ragazzi sono felice, li sento coinvolti e c’è l’atmosfera giusta. Anche quando potrà capitare di inciampare, saranno pronti a vedere quel passo falso come un’occasione per migliorarsi». Poi, sull’infortunio di Buongiorno: «Mercato? Il sostituto ce l’abbiamo già, ed è Juan Jesus. È un sostituto naturale di piede sinistro, ha giocato tante partite con Rrahmani e ha la mia totale fiducia. Con i miei calciatori ci parlo già con largo anticipo, sapeva che, in caso di necessità, sarebbe stata lui la prima scelta. Sono certo che farà una buona prestazione». E su Kvara: «Anche se ha ripreso soltanto ieri ad allenarsi con noi, oggi l’ho visto meglio. Partirà con noi, ha già dato disponibilità. Per noi è un recupero importante».
Nonostante il recupero del georgiano, Conte non ha mancato di elogiare il momento che sta attraversando David Neres: «Ha avuto una crescita importante da quando è arrivato, lo vedo molto più coinvolto, con la squadra e dentro al campo. Ha compreso che ho bisogno di calciatori che sappiano svolgere bene entrambe le fasi, sia di attacco che di difesa. È un’alternativa sia a destra che a sinistra, e di questo non si può che essere felici». Poi, il ritorno all’anno scorso: «Non ho interesse ad espormi così tanto, ma è importante ribadire che, così come si attacca in undici, si difende in undici. Non si fa mai porta inviolata soltanto per i due centrali e il portiere. Quello che stiamo facendo molto bene è proprio il lavoro di squadra, specie nella fase difensiva, lo facciamo in undici e non posso che sentirmi soddisfatto».
Con i rumors in giro, inevitabile la domanda sul mercato di gennaio, e su cosa si aspetta dalla società azzurra: «C’è una cosa che dev’essere ben chiara a tutti, ogni calciatore che fa parte del mio gruppo ha contribuito, chi più chi meno, ai 35 punti che abbiamo raggiunto. Prima del campo ci sono dei rapporti umani, io ho massima fiducia in questo gruppo perché so che con loro si potrà andare in guerra. Sono dentro la metodologia di lavoro che abbiamo adottato, e, indipendentemente da cosa succederà, posso lavorare con ognuno di loro. Poi a gennaio tutto potrà succedere, vedremo che sarà opportuno cambiare qualcosa, ma queste domande vanno fatte a chi di dovere. Io sono felice e ho massima fiducia in quello che i ragazzi stanno facendo».
A Genoa trasferta tutt’altro che semplice: «È uno stadio all’inglese, e c’è sempre un clima caldo con una tifoseria importante. Dobbiamo fare la nostra partita, aiutandoci e mettendo in pratica ciò su cui abbiamo lavorato in settimana. A Udine abbiamo dimostrato che, se prendiamo un cazzotto anche casualmente, restiamo in piedi. Rafa Marìn? So cosa significa stare in panchina, ma le scelte che faccio non sono mai dettate da simpatia o antipatia. Quando qualcuno mi chiede perché non gioca o perché gioca poco rispondo che voglio vincere. E sarà sempre così, non c’è nulla di personale. Il ragazzo si sta impegnando tanto e lavora quotidianamente, ma adesso la migliore soluzione è Juan Jesus, e ne sono sicuro al 100%».
Infine su Lukaku, Simeone e un probabile ritorno al 3-5-2: «Mi hanno sempre detto che il 3-5-2 fosse un modulo difensivo, ora pare lo sia il 4-3-3. La fase offensiva non ha nulla a che fare col modulo, ma dipende da quanti uomini portiamo in avanti, dalla quantità. Lukaku non è mai solo, è sempre accompagnato da 5 o 6 uomini, e basta vedersi le partite precedenti. Ci sono squadre che segnano anche soltanto ripartendo con tre uomini, io sono felice se riusciamo a coinvolgere tanti uomini in avanti, tenendo a mente la fase difensiva preventiva. Non si può pensare di cambiare ogni giornata, anche perché, per quanto il calcio da fuori sembri semplice, dietro c’è un lavoro enorme. Io da allenatore devo cercare di sfruttare al meglio le caratteristiche dei miei calciatori. Simeone? Con un padre come il suo, ha valori molto forti, ed il suo motto è sempre stata la fatica. Ho studiato le sue partite e ho cercato di migliorarlo sotto alcuni aspetti, e adesso è un’alternativa credibile a Lukaku, perché i suoi miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti».
FOTO: SSC NAPOLI
