Sono passati tre giorni… e ciò lascia libero spazio alle fantasie. Quando nel tardo pomeriggio di mercoledì Napoli ha appreso la tristissima, quanto inaspettata e sconvolgente notizia della scomparsa del proprio re, in ognuno di noi si è venuto a creare un vuoto e tutti ci siamo sentiti più soli. Il pellegrinaggio verso il tempio del Dio del calcio ha subito avuto inizio, in migliaia sono accorsi all’esterno di quello che nel cuore di ognuno è già, a tutti gli effetti, lo stadio Diego Armando Maradona. Oltre che con lo striscione con scritto “O Re immortale il tuo vessillo non smetterà mai di sventolare” sono stati portati lumini, mazzi di fiori, dediche, bandiere, maglie e sciarpe, cimeli di ogni tipo. Si spera che il tutto verrà ora ben custodito all’interno dell’impianto di Fuorigrotta. Poche ore prima di Napoli-Rijeka, c’è stata una bellissima fiaccolata in onore di Diego e tanti cori per lui. Ad omaggiarlo con un mazzo di fiori ci hanno pensato anche Lorenzo Insigne e lo storico magazziniere del Napoli Tommaso Starace. Tommaso Starace e il massaggiatore Salvatore Carmando, avevano un rapporto molto speciale con Diego, che li considerava dei veri e propri fedelissimi. Tant’è che Diego, nell’estate del 1986, portò Carmando con sé in Messico in occasione del mondiale nel quale trascinò praticamente da solo, a suon di magie, l’Argentina sul tetto del mondo.
Giovedì sera i calciatori del Napoli, sono scesi in campo con la sua maglia numero 10. Al momento dell’emozionante minuto di raccoglimento, tutti, Gattuso e panchinari compresi, indossavano la maglia celebrativa. Da oggi chi veste la maglia del Napoli ha una responsabilità in più, ovvero quella di dare cuore e anima per la maglia che è stata vestita dal più grande di tutti i tempi in onore del suo ricordo, di chi ha scritto un pezzo di storia del club e portato i colori azzurri in alto come nessun altro. Gran parte dei titoli in bacheca portano la sua firma: due Scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa e una Supercoppa Italiana. Un uomo che ha sempre vissuto con lo scopo di rendere felice e regalare gioie alla propria gente, che si è sempre schierato dalla parte degli ultimi, combattendo il potere. Nel giorno della sua presentazione, il famoso 5 luglio del 1984, dichiarò “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perchè loro sono come ero io a Buenos Aires”. Indimenticabile anche il giorno in cui Maradona, nonostante la società gliel’avesse imposto, decise di prendere parte ad una partita di beneficenza con incasso devoluto ai genitori di un ragazzino gravemente malato, a cui non potevano garantire le cure. E lui, il calciatore più forte al mondo, non ci pensò un attimo ad andare a giocare con e per la sua gente, con l’alto rischio di potersi infortunare, su un campo infangato della periferia di Acerra insieme a persone comuni. Diego purtroppo in vita si è fatto del male e in parte a tradirlo è stata proprio la sua generosità, che l’ha portato a circondarsi di tanti, troppi falsi amici che hanno soltanto sfruttato il suo nome. In questi giorni attraverso varie testimonianze, si è avuta la conferma di come, chi davvero l’ha conosciuto e chi è realmente consapevole di ciò che hai rappresentato, non può che spendere parole straordinarie nei confronti di un uomo dal cuore enorme, disposto a qualsiasi cosa per aiutare il prossimo.
L’ultima volta che Diego ha parlato di Napoli, l’ha fatto in una lettera al Corriere dello Sport in occasione del suo sessantesimo compleanno, nella quale ha scritto “C’è gente che si vanta di aver giocato al Real Madrid, al Barcellona o alla Juventus, ma il mio vanto è quello di essere stato il migliore a Napoli.” Quello tra Diego Armando Maradona e Napoli è un legame indissolubile ed eterno. D10S è nel cuore di tutti i napoletani, anche di coloro che non hanno avuto il privilegio di vederlo giocare dal vivo e ai quali in questi istanti tornano alla mente le intere giornate trascorse ad ammirare i filmati delle sue grandi gesta e ad ascoltare gli emozionanti racconti e gli aneddoti dei fortunati che l’hanno vissuto. La verità è che Diego Armando Maradona non morirà mai, il suo mito, la sua leggenda è immortale e continuerà a vivere in eterno tra le strade e i vicoli di Napoli e nei cuori della sua gente. La storia di quell’uomo che ha scritto un pezzo di storia di Napoli e del Napoli, che è stato capopopolo di un riscatto sociale e calcistico e che incantava a suon di grandi gesta gli 80.000 ed oltre del San Paolo, verrà per sempre tramandata di generazione in generazione, i giovani continueranno a crescere nel suo mito eterno. Basta nascere napoletani per avere la certezza di poter dire un giorno “HO VISTO MARADONA”.
