L’ANALISI TATTICA – Benevento: le giocate ‘a memoria’ e il duo Schiattarella-Viola

Nel corso de La domenica sportiva, Inzaghi sottolineò quando non gli interessa vendere il prodotto. Il Benevento deve rappresentare una squadra capace di fare bene entrambi le fasi di gioco, quella offensiva e quella difensiva. E il primo passo, per realizzare l’intento del tecnico giallorosso, è certamente la consapevolezza di non essere una squadra sprovveduta. Ora gli undici che vanno in campo, lo fanno con coscienza sapendo quando c’è bisogno di alzare o abbassare il baricentro, con un ritrovato equilibrio – sebbene a tratti perso prima delle sfide contro Sampdoria e Crotone, complici gli infortuni e la mancanza di Schiattarella – che permette loro di sfoggiare una maturità che rende il Benevento tutto fuorché una neopromossa.

Ma quando si vede il Benevento in campo c’è più di una sola certezza, tatticamente parlando. Pasquale Schiattarella è sicuramente l’uomo di cui non può fare a meno il centrocampo giallorosso. L’ex Spal dall’inizio del campionato detta i ritmi di gioco. Capacità di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, di gestire la porzione centrale di campo e di prendersi la responsabilità di non buttare mai via la palla, il napoletano sa eseguire bene gli ordini di Inzaghi in fase di costruzione. Ecco perché citiamo uno schema a memoria: la verticalizzazione sulla punta che scatta alle spalle della difesa e prova a far salire a supporto i compagni. L’asse Lapadula-Schiattarella è una delle certezze del Benevento: la volontà di allungare una squadra, per poi occupare area e trequarti avversaria.
Ma uno degli acquisti giallorossi del mercato gennaio è stato senz’altro Nicolas Viola. Il 10, con la fascia da capitano al braccio – è un onore, ma al tempo stesso anche l’umiltà di far parte di un gruppo solido – è un supporto al compagno di squadra. Nel corso della gara contro il Bologna, il centrocampista ‘ritrovato’ non soltanto spesso era in uscita in pressione in fase di non possesso – basta pensare alla sua occasione con la palla recuperata su Danilo, nel primo tempo – ma al tempo stesso si propone come Schiattarella a gestire i ritmi, alternandosi proprio col napoletano. Il passo successivo è un copione già letto, verticalizzazione sulla punta, come nell’occasione che ha portato allo sfortunato palo di Caprari.

Viola riceve e serve in profondità Lapadula: l’azione termina con lo sfortunato palo di Caprari

Per un attaccante che va in profondità, però, ce ne sono poi altri che vengono in contro. E’ questo il lavoro affidato a Caprari e Iago Falque che spesso si accentrano posizionandosi tra le linee e pronti a ricevere palloni. Lo spagnolo, però, cerca spesso anche di non andare punti di riferimento, finendo per aiutare i compagni anche sul lato opposto; Lapadula, intanto, aspetta palloni in area, cercando di giocare in anticipo sui difensori avversari. Più di un’occasione per il peruviano che, ancora una volta, ha contrapposto al suo sacrificio in fase di non possesso, una poca lucidità sotto porta. Come detto da Inzaghi, Moncini e Gaich saranno due armi in più in vista di un girone di ritorno in cui non può più pesare, in certe gare, essere poco prolifici sotto porta.

Il sacrificio, la voglia di lottare su ogni pallone, la lucidità e la concentrazione per rimanere in partita e trovare il gol del pareggio sono caratteristiche di un Benevento che continua a dimostrarsi maturo. Ai nastri di partenza, i giallorossi erano già dati per spacciati. In vista della quarta gara del girone di ritorno, però, i ragazzi di Inzaghi sono a +9 sulla zona retrocessione – anche in virtù delle sconfitte di Crotone, Cagliari, Parma, oltre al pareggio maturato fra Torino e Genoa. Tocca mantenere i piedi per terra (così come ha detto più volte il tecnico giallorosso) senza montarsi la testa perché la salita per arrivare in cima è ancora molto ripida. Alle Streghe però non manca alcuno strumento per continuare, con impegno, umiltà e lavoro, il percorso intrapreso dalla società.
Tatticamente, specie in fase di costruzione, il Benevento continua a preferire un attaccante che scatti alle spalle della difesa, con due ali pronte ad accentrarsi. Da vedere, però, se cambierà qualcosa quando a far rifiatare un po’ Lapadula ci penserà un calciatore con una grande struttura fisica come il tanque Gaich, che intanto scalda i motori per fare l’esordio con la 7 di Imbriani. Aver preso un attaccante che completa il reparto può essere davvero l’arma in più di questo Benevento, in attesa del nuovo acquisto, il rientro di Gaetano Letizia.