L’anima ritrovata e lo speciale traguardo di Insigne. Che Napoli-Juve sia un punto di svolta

Il Napoli battendo la Juventus tra lo scetticismo generale, ha rilanciato le proprie ambizioni e riportato maggiore serenità e fiducia nell’ambiente. Tre punti d’oro per il prosieguo della stagione, conquistati con cuore, sacrificio e anima. Quell’anima di cui il Napoli dell’ultimo mese era stato privo. Non è certamente stata la miglior prestazione dal punto di vista qualitativo, ma è la vittoria del gruppo, che ha avuto la reazione di orgoglio desiderata dai tifosi. Si è vista una squadra compatta, che ha lottato su ogni pallone con le unghie e con i denti, onorato la maglia azzurra con grande spirito di sacrificio contro la storica rivale nel tempio di Diego e dato l’anima fino all’ultima goccia di sudore, anche quando gran parte degli uomini in campo erano completamente stremati. Il simbolo del Napoli stoico è nella commovente immagine di Lozano, che nei minuti di recupero, dopo aver rimediato uno stiramento, con le ultimissime forze residue allontana palla gridando dal dolore e sventa uno degli ultimi tentativi della Juventus di raggiungere il pari. Nell’abbraccio da brividi tra i calciatori e Gattuso, c’è la grande soddisfazione per un risultato fortemente voluto, ottenuto con quella determinazione sempre richiesta dal tecnico e con la quale ovviamente, andranno affrontate tutte le partite.

Questo è lo spirito da cui ripartire e con il quale riprendere la marcia. Una vittoria che non cancella tutti i problemi, ma ci si augura possa segnare un punto di svolta da cui la squadra ricavi morale e un’ottima iniezione di fiducia in vista dei prossimi impegni.

E’ stata anche la serata della rivincita di Lorenzo Insigne, che da capitano vero, si è preso la responsabilità di presentarsi sul dischetto nel momento più delicato e in cui l’errore dagli undici metri nella Finale di Supercoppa è ancora una ferita apertissima. Il talento di Frattamaggiore trasforma alla perfezione il calcio di rigore spiazzando Szczesny e raggiunge quota 100 gol in maglia azzurra, è il primo napoletano a riuscirci. L’ennesimo schiaffo morale ai prevenuti e a quella parte della piazza (per fortuna sempre più ridotta) che, non riconoscendogli mai i giusti meriti e criticandolo ingenerosamente di continuo, non dà un buon esempio di quello che è il vero sentimento della napoletanità. In Napoli-Juventus c’è stato un Lorenzo Insigne che si è sacrificato moltissimo e che ha speso tanto dal punto di vista energetico, correndo a tutto campo e ricoprendo durante la gara anche posizioni a lui non congeniali.

Altro che calciatore di scarsa personalità e senza la stoffa del capitano. Oggi il numero 24 partenopeo è un figlio di questa città che indossa con onore e spirito di sacrificio la maglia azzurra, sentendola come una seconda pelle. Nell’ultimo anno ha avuto una crescita esponenziale, dal punto di vista caratteriale e della continuità di prestazioni in campo, mettendo in mostra quel talento che non gli è mai mancato e completando la sua maturazione in trascinatore, prendendosi la squadra sulle spalle in più occasioni.

Tra le note liete anche la prestazione dei due centrali difensivi, che sono riusciti a dare grande solidità al reparto. Si è visto un Rrahmani monumentale che ha giganteggiato su clienti scomodi come Ronaldo e Morata, ma anche un Maksimovic che ha avuto la meglio in vari duelli sembrando un altro calciatore rispetto a quello impacciato visto nelle precedenti apparizioni. Il difensore kosovaro ha confermato le sue ottime doti in fase di marcatura mostrate durante la scorsa stagione al Verona, dunque dopo i legittimi tempi per riacquisire la miglior condizione fisica visto il lungo periodo nel quale non è stato utilizzato, Rrahmani ora ha l’occasione giusta per dimostrarsi un elemento valido all’interno della rosa azzurra. Ma da sottolineare è anche la reattività di Meret in occasione degli ottimi interventi su Chiesa, Morata e Ronaldo. E considerato che fino a venti minuti prima del fischio d’inizio non immaginava di poter essere titolare, il classe 1997 ha inoltre mostrato grande freddezza.

Nel frattempo alla lunga lista degli indisponibili, si aggiungono purtroppo anche Lozano e Ospina. Il messicano ha rimediato una distrazione di secondo grado al bicipite femorale destro e dovrà stare lontano dai campi di gioco per circa quattro settimane, mentre è più lieve l’entità dell’infortunio dell’estremo difensore colombiano, che entro un paio di settimane sarà pienamente recuperato. L’assenza di Lozano è l’ennesima grave tegola in vista delle prossime gare, il Chucky è la vera rivelazione di questa stagione e si sta dimostrando un uomo chiave per il Napoli, molto spesso tra i migliori in campo e tra gli ultimi a mollare. Gli azzurri affronteranno le due delicate ed importanti trasferte di Granada e Bergamo con gli uomini contati. L’auspicio è di poter riavere a disposizione per la sfida di domenica all’Atalanta, Koulibaly in caso di negativizzazione dal Covid-19 e Demme, che dopo i sette giorni di stop dovrebbe smaltire il problema alla coscia.

Dunque in partite di fondamentale importanza per l’inseguimento della qualificazione alla Champions League, ci sarà ancora da far fronte alle numerosissime assenze. Il Napoli in campionato è quinto insieme a Lazio ed Atalanta, a due punti di distacco dal quarto posto e a tre dal terzo. È chiaro che il match contro l’Atalanta sarà un crocevia importante e considerato che le altre dirette concorrenti avranno impegni sulla carta più agevoli, sarà necessario quantomeno conquistare un punto per evitare di trovarsi dinanzi ad una montagna da scalare. L’altra strada percorribile per il raggiungimento del principale obiettivo stagionale e anche quella più prestigiosa, è la vittoria dell’Europa League. Una competizione dove bisognerà in primis superare il Granada a tutti i costi, per poi magari, sperare di arrivare all’eventuale fase clou potendo usufruire dell’intero organico o almeno di gran parte di esso.