Napoli: attacco super con le prodezze di Insigne e Mertens. E adesso è il momento di riflettere su Gattuso…

Nel posticipo del turno infrasettimanale di campionato, un Napoli spumeggiante ha impartito una lezione di calcio alla Lazio e conquistato tre punti di fondamentale importanza in uno scontro diretto che potrà risultare decisivo ai fini della corsa Champions, che ora più che mai è entrata nel vivo. Ottimo l’approccio alla gara degli azzurri, che sono scesi in campo con grande determinazione e consapevoli della ghiotta occasione da non farsi sfuggire dopo i passi falsi di Milan e Atalanta. Napoli che è partito a razzo riuscendo sin da subito ad imporre il proprio gioco su alti livelli di intensità e qualità. Una prestazione super che ricorda molto quel Napoli-Atalanta dello scorso ottobre, dove gli uomini di Gattuso annichilirono i bergamaschi sul piano fisico e del gioco. Attacco devastante: lo spettacolo offerto da Mertens, Insigne e Politano a suon di magie e giocate straordinarie è da manuale e degno di essere espresso nel tempio del Dio del calcio. Ciro e Lorenzo con la maglia azzurra cucita addosso come una seconda pelle, anno dopo anno continuano a stabilire record su record e a confermarsi l’anima di questa squadra.

Due grandi bandiere che da ormai quasi un decennio regalano emozioni e che, chi davvero vuole il bene del Napoli, non può che portare nel cuore augurandosi la loro permanenza fin quando decideranno di appendere gli scarpini al chiodo. Mertens con una vera e propria prodezza, una splendida conclusione di prima dal limite dell’area su grande assist di Zielinski, è diventato il miglior marcatore della storia del Napoli in Serie A eguagliando Antonio Vojak a quota 102 reti. Ora in tutte le competizioni le marcature sono in totale 135. Mentre Lorenzo Insigne arrivando a quota 107 gol in azzurro, ha raggiunto Attila Sallustro al quarto posto della classifica all time dei bomber. Sempre più trascinatore e leader tecnico ed emotivo il numero 24, che è ad un passo dal battere il suo record di reti in unico campionato, ora è a quota diciassette e l’auspicio è che presto riesca a superare le diciotto segnature della stagione 2016/2017. Contro la Lazio ha aggiunto alla sua collezione l’ennesima perla con la specialità della casa, uno straordinario destro a giro da fermo imparabile per Reina. Merita una menzione particolare anche Matteo Politano, l’esterno offensivo è in una forma strepitosa ed è sempre tra i più pericolosi dando grande vivacità all’attacco. Da incorniciare anche il grande sacrificio e il preziosissimo lavoro in fase di non possesso.

L’unica nota stonata di Napoli-Lazio è la prova non convincente di Alex Meret, l’estremo difensore ex Spal avrebbe senza dubbio potuto fare di meglio sul calcio di punizione di Milinkovic Savic e in diverse situazioni è parso impacciato. Anche in occasione di Napoli-Inter, nell’azione che ha portato al gol del pareggio di Eriksen, è colpevole della mancata uscita sul cross di Hakimi. C’è da dire che il rendimento del classe 1997 nel corso di questa stagione, è stato decisamente al di sotto delle aspettative ed Ospina si è dimostrato molto più affidabile e capace di trasmettere la sua sicurezza anche al reparto difensivo, senza dimenticare le ottime capacità nell’utilizzare la palla con i piedi e nel far ripartire l’azione. Tra i due portieri c’è stata una differenza di rendimento piuttosto netta e partendo da questo presupposto, l’estremo difensore friulano ha disputato più gare di quante ne avrebbe realmente meritate di giocare. La scelta di Gattuso di considerare il colombiano avanti nelle sue gerarchie non è discutibile. Ad oggi l’ex Arsenal offre certezze e garanzie ben superiori, mostra tutt’altra padronanza e sicurezza tra i pali e ancor di più nelle uscite, che consistono in un fondamentale per il ruolo di portiere e che per Meret restano un grande limite. Ospina e Meret hanno collezionato sedici presenze a testa in campionato, il primo ha subito appena dodici reti mantenendo la porta inviolata per otto volte, mentre il secondo ne ha incassate venticinque e quindi addirittura tredici in più, per lui soltanto quattro i clean sheets. Forse, come si dice da tempo, un giorno lo diventerà, ma la realtà è che Meret ha 24 anni ed attualmente è ancora ben lontano dal poter essere definito un grande portiere. Non è un attacco, ma semplice constatazione dei fatti.

Inevitabilmente sale il rammarico pensando a ciò che sarebbe potuto essere con a disposizione la rosa al completo nell’arco dell’intera stagione. Gattuso sembra aver trovato definitivamente la quadra e ora veder giocare questo Napoli è un vero piacere, non è certamente un caso che i notevoli progressi nel gioco si stiano vedendo proprio adesso. Si sta mettendo in mostra un calcio che inoltre esalta le qualità dei singoli e in primis il reparto offensivo sta manifestando le sue infinite risorse. Va sottolineato come Osimhen, nonostante i quasi tre mesi di stop forzato, abbia i numeri dalla sua parte con sei gol segnati e due assist forniti in sole diciotto partite disputate, tra cui appena nove da titolare. Anche Mertens, vittima di un infortunio alla caviglia rimediato a dicembre e completamente smaltito soltanto nel mese di marzo, in campionato è a nove reti siglate e otto assist in ventitré presenze, delle quali diciotto dal primo minuto. Di conseguenza se il belga e il nigeriano fossero stati a disposizione per tutta l’annata, stando alle statistiche, avrebbero avuto entrambi tutte le carte in regola per arrivare quantomeno a sfiorare quota venti gol ed anche a fornire un gran numero di assist. Dunque la domanda che sorge spontanea è: sostituire Gattuso sarebbe davvero la scelta giusta? Se in questo finale di campionato i risultati e le prestazioni avranno una continuità e a maggior ragione se culmineranno con la qualificazione per la prossima Champions League, il tecnico calabrese meriterebbe pienamente la riconferma sulla panchina del Napoli. Le pesanti e lunghe assenze di uomini chiave non hanno per nulla aiutato l’operato del mister, a cui gli si può rimproverare proprio l’aver faticato a sopperire alle mancanze.

Quando Ringhio interveniva in conferenza stampa in quel fatidico periodo di blackout tra gennaio e febbraio, in cui si è arrivati addirittura al punto di poter usufruire di appena undici effettivi, gli si leggeva sul volto lo sconforto e il quasi non saper più cosa fare dinanzi ad uno scenario simile. Lì Gattuso, così come la squadra, era in evidente stato confusionale e ha commesso degli errori sia in alcune scelte che nella gestione di determinate gare. Ma va pur ricordato che l’attuale allenatore azzurro è soltanto alla seconda grande esperienza della sua carriera da allenatore e si è trovato in una situazione tutt’altro che semplice da gestire, dove chiunque avrebbe potuto riscontrare particolari difficoltà. Così come va sottolineato che le responsabilità sono anche di alcuni calciatori da cui era lecito aspettarsi un apporto maggiore, ma che invece si sono mostrati non all’altezza dei titolari.

Nonostante i vari intoppi, ad oggi il Napoli è in piena corsa per l’obiettivo Champions, è a tre punti dal secondo posto e ha la possibilità di chiudere questo campionato a ben 81 punti. Dunque il presidente De Laurentiis è chiamato a delle riflessioni e a valutare con lucidità il da farsi, perché sarebbe un vero peccato interrompere sul più bello questo progetto tecnico, che potrebbe seriamente essere destinato ad una crescita costante. Gattuso sta dimostrando che in una stagione “normale”, senza infortuni e complicazioni varie dovute al Covid, può davvero fare tanto con quest’organico a disposizione. Ripartire da basi ben gettate piuttosto che ricominciare da zero con una scommessa come Juric o Italiano, potrebbe sicuramente dare molte più garanzie e certezze in vista della prossima stagione. Con tutto il rispetto, Juric e Italiano non hanno mostrato nulla in più di Gattuso e nel calcio si cambia non certo per correre il rischio di regredire, ma soltanto se si ha la giusta convinzione di poter andare a migliorare. In queste ultime settimane De Laurentiis, tramite il proprio profilo Twitter, dopo ogni match sta rilasciando messaggi contenenti elogi a gruppo squadra e tecnico. Ciò potrebbe essere il segnale di un tentativo di ricucire i rapporti. Ma il problema è che anche in caso di ripensamenti da parte da parte di ADL, potrebbero ormai non esserci più margini per la permanenza di Gattuso, che si è legato al dito l’accaduto nel post Verona-Napoli e il silenzio del club dinanzi alle tante voci sul suo conto. Nei giorni successivi alla sconfitta del Bentegodi, il presidente mise tutti in discussione e contattò una serie di allenatori, da qui venne a crearsi una profonda frattura tra le due componenti. Il patron quindi, pur rinnovando la fiducia al mister potrebbe andare a sbattere contro un muro.

Ma ora c’è da concentrarsi solo sul campo, perchè c’è da conquistare un obiettivo il cui raggiungimento consisterebbe in un traguardo di capitale importanza per le ambizioni future del club. Azzurri che grazie alla vittoria contro la Lazio, si sono portati a quota 63 punti in classifica. Staccata momentaneamente di cinque punti la squadra di Inzaghi e dimezzato lo svantaggio nei confronti di Milan e Atalanta, ora avanti rispettivamente di tre e due lunghezze. Avanti di due punti anche la Juventus. Ora il Napoli è atteso da sei finali in cui bisognerà guadagnare quanti più punti è possibile per ottenere l’accesso alla massima competizione europea, che guardando lo status attuale della squadra e classifica alla mano, è alla portata. Sei vittorie su sei significherebbero matematica certezza della qualificazione alla prossima Champions League. La squadra può farcela, ma sarà importante scendere in campo sempre con la giusta determinazione e concentrazione, senza mai sottovalutare i prossimi avversari, che essendo tutti in piena lotta per la salvezza daranno battaglia sul rettangolo di gioco. Saranno sfide insidiose e il Napoli dovrà essere bravo a far prevalere la propria qualità e superiorità.