Portici, Sarnataro: “Fatto un grande lavoro, rischiato poco o nulla. Permanenza? La società mi conosce…”

Al termine della sfida contro la Sancataldese, vinta dal Portici per 6 a 1, il tecnico dei vesuviani, Savio Sarnataro. ha così tirato le somme sulla stagione azzurra: “È stato fatto un grande lavoro. Ed è vero, avevamo le potenzialità per fare di più, ma se ci fermiamo a riflettere non bisogna dimenticare da dove siamo partiti, delle difficoltà che abbiamo incontrato e della strada sempre in salita nel corso del campionato, sia per una rosa nuova e giovane, sia per una rosa che s’è completata in parte durante la stagione, sia per un allenatore del tutto nuovo – ha precisato l’allenatore porticese. Ci sono state tante difficoltà al mio arrivo legate alla gestione della struttura sportiva, al materiale in dotazione, il tutto in un’aria di sfiducia per le salvezze ottenute miracolosamente negli ultimi anni. Credo lasciamo a questa società almeno il 50% del lavoro fatto da tutti i punti di vista. Chiunque continuerà il mio lavoro, troverà delle basi solide da cui partire”.

Il 6 a 1 contro la Sancataldese non poteva essere che il modo migliore per la ciliegina sulla torta di una stagione importante: “Sono partite di fine stagione che lasciano il tempo che trovano. Nel corso delle partite precedenti avremmo voluto trovare più col e con maggiore cattiveria, ma se osserviamo il rendimenti singolo di ogni calciatore, guardando anche le statistiche degli anni passati, il rendimento è stato alto. La squadra ha espresso anche un ottimo calcio, in un girone equilibrato; eravamo attrezzati per esprimere queste qualità. Non abbiamo quasi mai rischiato nulla“. Naturalmente, quale migliore occasione per i numerosi ringraziamenti: “Devo dire grazie a chi mi ha dato questa opportunità di allenare questa squadra, perché con questa stagione, dalla terza categoria, posso dire di essere un allenatore che s’è formato con la gavetta. Fino alla D ho allenato in tutte le categorie e questo per me è motivo d’orgoglio. Ringrazio il presidente Noia e il presidente Ragosta, Giudizioso, Minichino, l’amministrazione comunale, i tifosi, i calciatori: questa è una esperienza in più che arricchisce il mio bagaglio culturale”.

Non s’è risparmiato nulla, poi, la società che, subito dopo la gara contro i siciliani, s’è lasciata andare a qualche festeggiamento all’esterno degli spogliatoi, con tanto di applausi a tecnico, staff e società per l’obiettivo raggiunto: “S’è visto il gruppo che siamo. È naturale che, quando la squadra è quasi totalmente nuova, ci vuole più tempo. Ad inizio stagione solo Schaeper e Scala (due under, ndr) erano della stagione precedente; il gruppo ha bisogno di conoscersi ed è un elemento fondamentale. Noi abbiamo fatto il nostro, adesso tocca alla squadra porre degli obiettivi“. La fine di una stagione, però, si porta dietro spesso anche malinconie per non calcare per un po’ quel prato verde che tanto fa sognare: “C’è sempre un po’ di malinconia e un po’ di tristezza, perché facciamo il mestiere più bello del mondo. Per quanto ci sia bisogno di riposare, questo momento dura sempre poco, poi è tempo di analisi professionali e personali per tornare a ricaricare le batterie”.

Sulla rosa nell’arco della stagione, e su un calciatore che s’è distinto particolarmente: “Sono un appassionato di numeri, ogni settimana i ragazzi li avevano di fronte. Il loro score è stato importante: in particolare mi soffermo su Maranzino, che è stato un po’ il nostro faro in regia, ma senza nulla togliere agli altri che credo abbiano fatto la loro migliore stagione da quando militano in serie D. Questi risultati si li ritroveranno”. Infine, la domanda più importante: Restare al Portici? L’abitudine mia, a fine stagione, è quella di ‘salutare’. In questo momento è giusto che io prenda un attimo le distanze, per dare la possibilità alla società di fare tutte le riflessioni più giuste, ponderate e senza pressioni. Sicuramente nei momenti di festa vengono fuori tanti nomi, ma la scelta di Sarnataro dev’essere una scelta forte – specifica il tecnico. Ora è tempo di ringraziamenti per l’opportunità che mi è stata concessa, e indipendentemente da come andrà a finire io resterò sempre amico e tifoso di questa società. L’incontro è quotidiano, ma la società deve strutturarsi; da come è stata trovata e da com’è lasciata ora, c’è bisogno di alzare l’asticella. Mi auguro che la società scelga il meglio per il Portici“.

In caso di una sua permanenza, l’allenatore azzurro, in conclusione, mette le cose in chiaro: “Il mio obiettivo è alzare l’asticella, fare un campionato ancora migliore. Il quadro è molto chiaro da parte mia, ma non sono io a decidere. Sono colui che farà una relazione alla società ed illustrarle la linea che possono percorrere insieme a me, poi la scelta spetta ai massimi dirigenti”.