Il racconto dell’estate della Mariglianese affidato ai protagonisti. Le parole di Mario Simbolo a CNP: “Sembra che i nostri ragazzi giochino insieme da sempre. Ecco, però, com’è andata questa estate…”

Dopo l’ottimo esordio in campionato con il pareggio ottenuto sul difficile campo di Trapani, la Mariglianese si prepara ad affrontare il Ragusa. La gara, valida per la seconda giornata di Serie D-Girone I, segnerà l’esordio dei biancoazzurri tra le mura amiche del Santa Maria delle Grazie. Nel frattempo, noi di Campania Nel Pallone abbiamo voluto ripercorrere, insieme ai protagonisti, tutto ciò che è successo in casa Mariglianese in questa intensa estate di calcio. Per questo, abbiamo scelto di intervistare uno dei principali artefici della costruzione di questo nuovissimo gruppo che, anche quest’anno, darà battaglia in quarta serie. Stiamo parlando del responsabile dell’area tecnica Mario Simbolo, cittadino e tifoso mariglianese, che qualche mese fa ha deciso di raccogliere questa nuova sfida. Ecco le sue parole, rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni:

Ci racconta come si sono incrociate le sue strade e quelle della Mariglianese?
“La storia tra me e la Mariglianese è nata dal fatto che io, essendo di Marigliano e amando il mio paese, la domenica andavo al campo a vedere le partite e lo facevo con gioia. Con l’ingresso di Federico De Girolamo nel club come direttore generale sono stato contattato più spesso, prima per dei consigli, poi per ricoprire un ruolo da club manager per coadiuvare il mister e lo staff tecnico. Più tardi, la società non ha trovato gli accordi per il prosieguo del rapporto con l’allora mister e l’allora direttore sportivo e ci siamo ritrovati io, il direttore generale e il presidente a fare tutto dall’inizio. Sono sfide che ti appassionano, soprattutto uno come me che è sempre stato nel mondo del calcio e poi lavoro nel mio paese e cosa più bella non c’è. Li ringrazio ancora per essersi affidati a me”.

Quella che è appena trascorsa è stata un’estate turbolenta con tante voci susseguitesi anche circa il futuro del club e con una realtà, a quel tempo, che era quella di un campo vuoto, senza alcun ragazzo ma con pochi amici che hanno “fatto una scommessa”.
“Io sto nel mondo del calcio e devo dire che quest’estate si è parlato, in negativo, solo della Mariglianese nonostante ci fossero delle squadre morte. Quando sono arrivato non sapevamo neanche chi ci fosse. Il primo luglio avevamo solo il portiere Lesta come tesserato, nessun altro e nessuno ci chiamava per proporci un calciatore. Non abbiamo fatto comunicati perché avevamo come scadenza il 15 luglio, ovvero la dedline per l’iscrizione al campionato. A proposito, si è parlato di fidejussione, ma quella già c’era per iscriverci al campionato. La cosa strana e brutta è che il nostro non parlare dava adito a molti di diffondere voci infondate. Noi non pubblicizziamo l’iscrizione al campionato perché lo diamo per scontato. Abbiamo preferito metterci a testa bassa e lavorare mentre gli altri parlavano. Alla base c’è un progetto che è quello di valorizzare il territorio. Ho sentito voci secondo le quali noi abbiamo tutti calciatori che vengono da fuori quando domenica abbiamo fatto debuttare due giovani 2005 di Marigliano. L’anno scorso c’erano solo due ragazzi della Juniores di Marigliano, oltre Gennaro Esposito in prima squadra. Oggi, su 20 giovani del vivaio 12 sono di Marigliano.
Qualcuno ci ha anche dato una mano, inviandoci calciatori con un ottimo curriculum e a prezzi per noi accessibili”.

La Mariglianese ha la squadra più giovane del campionato, affidata ad un tecnico che sa come lavorare con i giovani. Com’è nato questo matrimonio tra il club e Stefano Senigagliesi e qual è la sua qualità che più apprezza?
“Una volta assunto il mio incarico nel club, pensavo di venire qui e trovare il vecchio mister. Poi per diversi motivi le due strade si sono divise e abbiamo parlato con cinque papabili mister. Di Senigagliesi ci è piaciuto subito il fatto che non si è messo al centro di qualcosa ma si è presentato come un dipendente con l’obiettivo di valorizzare ciò che non gli offrivamo. Non mi ha mai fatto chiamare da nessun procuratore, non mi ha mai chiesto di portare in squadra calciatori che ha allenato, come capita spesso. La sua qualità è che sa lavorare. Gli puoi dare venti scimmie e te le fa giocare a calcio. Ha fatto debuttare tra i professionisti decine di giocatori e, ultima cosa, domenica ha finito con due 2005 in campo. Non è una cosa da poco”.

Un suo commento sulla partita di Trapani, dove è stata scritta un’altra pagina della storia di questa città.
“Noi abbiamo scelto dei calciatori avendo un determinato budget ma non abbiamo mai fatto un allenamento con tutta la squadra titolare al completo. Domenica avevamo tre over fuori e se tu investi su una punta, una mezz’ala e un centrocampista importanti che poi sono indisponibili è normale che vai a Trapani a cercare di limitare i danni, perché il Trapani è una squadra che se arriva seconda ha fallito. Poi, però, ti rendi conto che non hai preso dei calciatori ma hai preso un gruppo che gioca come se si conoscesse da sempre. Non hanno temuto la cornice, già pronta a far festa, dove due dei loro calciatori prendono quanto tutta la nostra rosa. Abbiamo evidenziato le lacune del Trapani. A loro va il plauso ma non dobbiamo illuderci perché poi affronteremo squadre rognose che giocano molto bene”.

Il tecnico, a fine gara, ha dichiarato che non pensa a nulla di diverso dalla salvezza. È d’accordo? Quali sono gli obiettivi di questo club?
“L’obiettivo è sempre quello di far meglio dell’anno prima. È normale che, in cuor nostro ambiamo a qualcosa di più della semplice salvezza ma poi ci sono quelle cinque solite corazzate con cui misurarsi. A gennaio faremo un bilancio delle nostre reali possibilità. Noi abbiamo siti di riferimento, match analyst che vanno a vedere le partite per noi. Sono tutti campi molto difficili e ogni partita sarà una battaglia. Tecnicamente non siamo gli ultimi, anche se c’è un sito che dice che, avendo speso meno, partiamo ultimi. Cercheremo di dimostrare che si sbaglia”.

Come si aspetta l’esordio contro il Ragusa al Santa Maria delle Grazie e, anche se può essere prematuro, che gara si aspetta?
“Ieri mattina abbiamo visto la partita del Ragusa contro il Catania. Il Catania ha vinto 2 a 0 ma perché è il Catania, in realtà la partita l’ha fatta il Ragusa. È una squadra rognosa con tutti i calciatori al posto giusto. Mi aspetto che i nostri si calino nella battaglia come contro il Trapani.
Io non ho mai giocato in questo paese. Dobbiamo essere bravi a far venire i tifosi al campo ma non con i proclami ma con i risultati. Se verranno sarà una mano in più su cui contare. Volevo ringraziare i tifosi che sono venuti a Trapani, anche se già l’ho fatto di persona. Loro sono eroi. Vedere un piccolo gruppo che fa due giorni di nave per sostenerci è straordinario. Abbiamo fatto il risultato più bello per loro, oltre ad aver mosso la classifica”.