Il Napoli esce sconfitto con il risultato di 3-1 nella gara di ritorno degli Ottavi di Champions League contro il Barcellona, venendo eliminato dalla massima competizione europea e vedendo sfumare, almeno momentaneamente, anche la possibilità di accedere al ricchissimo Mondiale per Club in programma nel giugno del 2025. Bisognerà poi vedere se il Presidente Aurelio De Laurentiis darà seguito al suo intento, manifestato qualche settimana fa, di intraprendere azioni legali sulla base della mancata partecipazione della Juventus all’ultima Champions per motivi disciplinari. Ma stando alla tempestività con cui il Presidente della Fifa Gianni Infantino si è congratulato con il club bianconero, le premesse non sembrano essere delle migliori. La sconfitta maturata in quel di Barcellona segna tristemente la fine di un’era, perché la Champions League costituiva per il Napoli ciò che di unico restava della meravigliosa cavalcata compiuta nell’annata 2022/2023 sotto la guida di Luciano Spalletti.
Un’eliminazione dopo la quale, al netto di tutti gli errori strutturali e di programmazione che hanno reso la stagione della possibile consacrazione tra le grandi d’Europa in un’annata di involuzione totale e al di là dei tanti e indiscutibili limiti di cui la squadra soffre in questo momento storico, c’è da recriminare per due sviste arbitrali clamorose, nonché inammissibili in epoca VAR. Infatti manca un rosso a Christensen per l’entrata killer ai danni di Lobotka al minuto 19 ed un calcio di rigore solare per il pestone che Cubarsì ha rifilato ad Osimhen in piena area al 49′, un episodio, quest’ultimo, sul quale, inspiegabilmente, non è neanche intervenuto il VAR. Dunque per il secondo anno consecutivo il Napoli saluta la Champions League dopo essere stato vittima di gravi torti arbitrali. Ma chiaramente i suddetti episodi non cancellano i vari demeriti, su tutti quello di un approccio alla gara totalmente sbagliato. Nei primi venti minuti di gioco infatti, gli azzurri hanno subito due gol di certo non ammissibili a questi livelli, frutto di un Barcellona che ha approfittato dell’enorme quantità di spazi concessagli per via di un baricentro troppo alto, con zero filtro a centrocampo.
Mentre si è poi visto un bel Napoli da dopo il gol con cui Amir Rrahmani ha accorciato le distanze. Tra la seconda metà del primo tempo e la prima del secondo, i partenopei hanno costantemente tenuto sotto pressione il Barcellona, facendosi vivi con continuità nei pressi dell’area di rigore catalana e sfiorando il pari prima con un colpo di testa di Di Lorenzo su cui Ter Stegen si è opposto tramite una gran parata e poi con un tiro a giro di Kvaratskhelia, terminato a lato di un soffio. In seguito ha lasciato non poche perplessità la scelta di Calzona di sostituire Politano e Mario Rui, che risultavano essere tra i migliori in campo tra le fila del Napoli. Gli azzurri sono infatti sembrati spegnersi proprio in contemporanea con le uscite del 21 e del 6, disputando una fase centrale di ripresa non buona. Le speranze si sono definitivamente infrante quando al minuto 80 Lindstrom, a tu per tu con Ter Stegen e totalmente indisturbato, ha incredibilmente sciupato la palla del 2-2.
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