Napoli 1–0 Lecce, il post – gli uomini di Conte allungano e dominano la classifica. E ora c’è il Milan…

Il Napoli ottiene la quarta vittoria consecutiva in Serie A e viaggia ai ritmi dello storico scudetto ottenuto due anni fa sotto la guida di Luciano Spalletti. I numeri parlano chiaro. La vittoria contro il Lecce permette alla squadra di Antonio Conte di eguagliare i sette successi ottenuti in nove partite nella stagione 2022/23 e, unitamente al pari pirotecnico di San Siro tra Inter e Juventus, di allungare a +4 sulla seconda in classifica. Eppure, se la matematica lascia prematuramente invocare un canto che conduca i partenopei nuovamente alla vittoria, le difficoltà calcistiche sofferte in queste prime giornate di campionato sottendono ancora qualche ansia.

Sul terreno del “Diego Armando Maradona” gli azzurri strappano tre punti fondamentali ai fini della salvaguardia della prima posizione in classifica, mentre sullo sfondo fatale di Inter e Juventus si attende con trepidazione il primo rilevante match contro un top club, il Milan di Fonseca. Tuttavia, la sofferenza dimostrata dagli uomini di Antonio Conte nel trovare una prestazione tranquilla quanto quella di mantenere costante l’andamento tra le due frazioni di gara appare esser diventata una scomoda abitudine.

Infatti, nel primo tempo l’incapacità partenopea di sfruttare il prevalente possesso del pallone per penetrare il solido baluardo del Lecce ha spesso costretto ad una rapida quanto stancante fase difensiva, al fine di arginare la celerissima e muscolosa controffensiva di Lameck Banda. Insomma, il Napoli ha ancora una volta palesato evidenti limiti di una rosa in costruzione, concretizzando soltanto una delle otto conclusioni nello specchio della porta avversaria e dei ventiquattro tiri complessivi. Si direbbe una squadra che domina ma non sa imporsi. Questa impotenza collettiva stride ancor di più con l’alta qualità delle prestazioni individuali dei calciatori azzurri, dato decisamente rilevante qualora si considerino gli ingressi in campo da titolari di Neres e Ngonge. Ai due attaccanti in preda alla voglia di sciorinare di fronte al mister le proprie peculiarità tecniche – spesso vincenti, altre volte inconsistenti – si aggiunge la presenza di Gilmour, reduce dalla buona gara contro l’Empoli che però non era valsa ad annunciare un pari merito con Stanislav Lobotka.

Al contrario, nella partita contro il Lecce lo scozzese ha interpretato eccelsamente il ruolo della perla slovacca e grazie all’intesa nazionale con il trequartista Scott McTominay ha aggiunto pericolosità alla manovra del Napoli. Tutti i nuovi innesti hanno adempiuto ai propri doveri ed hanno giustificato il proprio ingaggio, con gradi di sontuosità ascendenti che raggiungono il picco con Alessandro Buongiorno, nuova colonna portante della difesa azzurra.
Giunti a tale conclusione si direbbe che il sistema di gioco del Napoli non abbia accennato alcun segno di anomalia contro la formazione di Gotti. L’affermazione non è del tutto falsa, poiché eccettuata l’evidente condizione inappropriata di Romelu Lukaku sarebbe bastato un po’ di cinismo in più per incrementare il vantaggio e chiudere la gara vantando un risultato schiacciante. La verità è stata espressa proprio da mister Conte al termine della gara: lo scontro con il Lecce non è stato “sporco”, bensì complesso.

Se la misura del vantaggio si pone come sintomo di una preoccupante problematica, essa consiste soltanto nell’avversario. Su diciannove incontri disputati in una frazione di campionato, considerando gli altalenanti andamenti di squadre medio alte, gli scontri diretti tra compagini candidate al titolo risultano essere molto pochi. Insomma, parafrasando il pluripremiato Antonio Conte è che per vincere un campionato basato sui punti bisogna vincere anzitutto contro le numerose squadre di medio e basso calibro. Dunque, la sintomatologia rilevata fino alla nona giornata svela un rimedio lento, seppur efficace di combattere e neutralizzare squadre tanto inferiori sulla carta quanto indomite e deleterie nei fatti. Soltanto la prossima gara contro il Milan potrà mettere alla prova il reale potenziale del Napoli di Conte, una partita in cui i diavoli si lanceranno all’offensiva verso la porta di Meret, senza indugi o attese. Allora, il Napoli gli azzurri saranno liberi di condurre il gioco prediletto, cercando di rispondere alla carica con celerità e precisione, trovando una difesa attenta, ma sbilanciata.
Dal rientro dopo la pausa nazionali, i rossoneri hanno inanellato due vittorie in altrettante partite giocate e con intrecci complessi, a dimostrazione del fatto che il diavolo non è ancora del tutto “guarito”. Bologna e il Bologna avrebbero dato indicazioni importanti a mister Fonseca e allo stesso Napoli, in vista della gara di San Siro di domani, martedì 29 ottobre, invece, la decisione della Lega di rinviare il match costringe ogni addetto ai lavori a rinviare i giudizi.
Il posticipo della gara del Dall’Ara significa anche “sconto” della squalifica per Theo e Reijnders nel match contro gli Azzurri. Perciò il Milan si ritroverà orfano di due dei suoi riferimenti più importanti, con il francese che fu match winner nel match dello scorso campionato che decretò l’esonero di Mazzarri, nella sua seconda nefasta avventura al Napoli. Un periodo che ora è solo un brutto ricordo.

Foto: SSC Napoli.