Esclusiva CNP – Il mister della Polisportiva Santa Maria Cilento Severo De Felice sulla finale di Coppa Italia Dilettanti: “Il nostro obiettivo è quello di migliorarci quotidianamente. È sempre bello giocare quando ci sono tanti tifosi. Sul Nola…”

Dopo la vittoria della finale della fase regionale di Coppa Italia Dilettanti contro il Nola, l’allenatore della Polisportiva Santa Maria Cilento, Severo De Felice, ha ripercorso, in un’intervista esclusiva ai nostri microfoni, la finale con il club bianconero e ha parlato anche delle prossime avversarie di Coppa, il San Cataldo (squadra del girone unico di Eccellenza lucana) e il Barletta (squadra del girone unico di Eccellenza pugliese).

Il vostro percorso verso la finale di Coppa Italia Dilettanti è stato a dir poco particolare. Avete avuto la fortuna, a causa di un errore burocratico del Portici, di non aver giocato le due gare previste per la semifinale e di accedere direttamente in finale. Pensa che, se si fossero giocate le due gare con il Portici, il risultato finale sarebbe stato lo stesso?

“Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda, non è stato un colpo di fortuna perché esistono delle regole. Il regolamento è molto semplice e dice che un giocatore squalificato non può giocare. Siccome in tanti hanno mancato di rispetto ai miei ragazzi per questa storia, analizziamo i dati di fatto: i due turni passati per questa motivazione sono quelli con il Rossoblù Castel San Giorgio e il Portici. Il Castel San Giorgio in campionato è stato battuto due volte dalla Polisportiva: la prima volta dal mio predecessore e la seconda volta da me. Il Portici è venuto a Santa Maria con la squadra al completo mentre io avevo quattro squalificati e tre, se non ricordo male, infortunati. Non avevo Romanelli, Reda e non avevo nemmeno Ribeiro. Inoltre Sabatino era andato via. Quindi la gara di ritorno, loro l’avrebbero giocata con gli stessi e noi l’avremmo affrontata con sei o sette calciatori in più. Se per qualcuno era così scontato che il Portici passasse il turno, loro avrebbero dovuto dimostrare il dislivello tecnico già nella gara d’andata. E invece, come ben sai, così non è stato. Quindi questo avvalora ancora di più la vittoria ottenuta in finale perché è arrivata contro una squadra che ha un tasso tecnico molto più alto di entrambe. Di conseguenza parlare di fortuna non ha proprio senso.”

Vincere un trofeo nel corso di una stagione è sempre una cosa positiva che testimonia l’ottimo lavoro fatto da una società e da un allenatore. Però molte volte, può avere dei risvolti negativi perché i calciatori potrebbero sentirsi “sazi” e non avere più gli stimoli necessari per completare nel miglior modo possibile la seconda parte di stagione. Lei come farà, nel caso in cui questo potesse accadere, a dare nuovi stimoli ai propri ragazzi?

“Io credo che ormai questo gruppo sia sulla strada giusta per acquisire la mentalità che sto cercando di dargli, cioè quella di migliorarsi individualmente quotidianamente, allenamento dopo allenamento, e poi di migliorarsi come squadra. Il nostro obiettivo non è quello di vincere la Coppa Italia Dilettanti o quello di arrivare ai playoff, il nostro obiettivo è quello di migliorarci. Io sono convinto che cali di tensione nei miei ragazzi non ci saranno. Non ci saranno proprio perché il nostro obiettivo è migliorarci.”

Nella splendida cornice dello Stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia abbiamo visto, da tifosi di ambo le parti, uno spettacolo sugli spalti. Pareva evidente però, che c’era un’alta concentrazione di tifosi nolani. Come hanno fatto i suoi ragazzi a gestire la concentrazione e la pressione? 

“Non ho mai visto dei tifosi scendere in campo e giocare la partita. Quando ci sono tanti tifosi che, come quelli del Nola, fanno delle coreografie e supportano in maniera così marcata la propria squadra è sempre bello giocare. Però ripeto non ho mai visto dei tifosi giocare una partita al posto della squadra che sostengono. Possono essere in 100 o in 80mila ma in campo ci vanno sempre gli undici.”

Il 2 Febbraio tornerete in campo in vista del match di campionato con la Battipagliese. Riconfermerà l’undici titolare visto in finale o farà un po’ di turnover?

“Cerco sempre di far giocare chi sta meglio fisicamente. Se dovessero star meglio gli undici che sono partiti dall’inizio in finale è probabile che giochino loro con la Battipagliese. Ma comunque, con questo gruppo squadra, posso permettermi di far giocare chiunque. Sono convinto che, con questo gruppo squadra fantastico composto da lavoratori e professionisti esemplari che sono sempre pronti a tutto, verrebbe sempre offerta una buona prestazione” 

Il risultato della finale ha evidenziato il fatto che il Santa Maria possiede un’ottima squadra e che ha un reparto difensivo organizzato, che raramente si vede in queste categorie. Pensa che la classifica, che vi vede all’ottavo posto a otto lunghezze dalla zona playoff, sia bugiarda? 

“La classifica, detto proprio sinceramente, non la guardo. Purtroppo non so cosa è successo prima del mio arrivo a Santa Maria, e quindi sarebbe disonesto analizzarlo. Per essere stato chiamato dalla società, c’era per forza qualcosa che non andava. Ma non è detto che sia sempre e solo l’allenatore il problema. Da quando sono arrivato qui c’è stato un percorso di crescita e credo che, al momento, i punti che abbiamo ottenuto sul campo sono giusti. Credo però che in alcune partite avremmo potuto gestire meglio ed ottenere qualche punticino in più. Alla fine nel calcio tutti i conti tornano sempre.”

Uno degli episodi fondamentali del match si è avuto al secondo tempo supplementare quando Santoro ha battuto Moccia con quel colpo di testa che vi ha portato in vantaggio a pochi minuti dalla fine. Cosa ha pensato in quel momento? S’immaginava quello che è successo dopo?

“Contro una squadra della portata del Nola non puoi dare mai nulla per scontato. Purtroppo, abbiamo preso gol in un modo “rocambolesco” ma comunque una squadra come il Nola può far gol in qualsiasi momento. Come hai detto tu, la mia squadra ha avuto una tenuta importante ed è riuscita a limitarli. Non puoi dare mai nulla di scontato con loro. Non ho pensato nulla, ho pensato solo a mantenere calmi e concentrati i miei ragazzi. Prendere quel gol a due minuti dalla fine è un’ennesima dimostrazione di maturità di questa squadra. Quel gol avrebbe potuto stroncarli psicologicamente visto che per battere i rigori bisogna avere il sangue freddo di tirarli. Sono stati eccezionali, sono riusciti ad assorbire la mazzata del gol preso nel finale e sono stati encomiabili anche sui rigori.”

Qual è l’allenatore a cui lei s’ispira maggiormente?

“Io cerco di studiare un po’ tutti gli allenatori dalla Serie A alla Terza Categoria, perché si può imparare tanto anche dagli allenatori di Terza Categoria. Però diciamo che a me piace particolarmente Gasperini dell’Atalanta.”

Ora che avete raggiunto la fase nazionale della Coppa Italia Dilettanti, pensa che i suoi ragazzi siano pronti ad affrontare le squadre delle altre regioni?

“Non conosco il San Cataldo, essendo pugliese conosco bene il Barletta e so che è una corazzata. La affronteremo in casa loro e so bene che, visti i valori in campo, servirà una partita perfetta se vogliamo andare avanti. Però noi abbiamo la serenità di chi lavora ogni giorno per migliorarsi, cercheremo di mettere in difficoltà entrambe. Come abbiamo già dimostrato, non vince sempre Golia contro Davide.”

Mister per finire vorrei chiederle chi è stato, secondo lei, il calciatore che ha deciso la finale con il Nola?

“La finale è stata decisa dal gruppo squadra, so che è una risposta scontata ma è la verità. Hanno applicato la tattica in modo perfetto. Noi abbiamo studiato come fronteggiare le giocate più pericolose del Nola. I ragazzi in fase di non possesso sono stati eccezionali. Siamo ripartiti bene e abbiamo avuto qualche palla gol clamorosa. Anche il Nola le ha avute ma, secondo me, le nostre sono state più ghiotte. Questa vittoria è stata raggiunta da tutto il gruppo squadra, nessuno escluso, anche da chi è andato in tribuna. Non è una risposta di circostanza ma lo penso davvero. Auguro al Nola di vincere il campionato. Loro stati la mia ultima squadra da calciatore e poi sono allenati dal figlio del mio primo allenatore professionista, Zdeněk ZemanSono legato a loro da questi due fili, per questo gli auguro di vincere il campionato.”

Crediti foto: Roberto Paciello (Fotografo ufficiale della Polisportiva Santa Maria Cilento)