Il punto dopo Monza-Napoli, McTominay salva la Pasqua degli Azzurri. Conte mugugna: strategia o tempo di riflessioni?

Sabato 19 Aprile, allo U-Power Stadium di Monza, la rete di Scott McTominay ha avuto l’enorme merito di salvare la Pasqua dell’intero ambiente partenopeo, donando tre punti in questo momento cruciali per la corsa Scudetto e senza i quali il tradizionale pranzo festivo sarebbe risultato indigesto a giocatori, staff e tifosi. Nella fase più calda della stagione, le prestazioni hanno sì un’importanza ma relativa. La priorità assoluta ce l’hanno i risultati e, a prescindere da tutto, si è riusciti nell’intento principale che era quello di mettere pressione all’Inter, poi sconfitta per 1-0 nella difficile trasferta di Bologna.

Tuttavia, anche se non prioritaria, la prestazione rimane ugualmente un aspetto importante da considerare, perché è lo strumento base che porta ai suddetti risultati, e la prestazione di Monza non è certamente stata delle migliori all’interno della strepitosa stagione degli Azzurri. Contro un Monza ormai già mentalmente consapevole di retrocedere in Serie B (-11 dalla zona salvezza con 5 gare da giocare, manca solo l’aritmetica certezza), ci si aspettava un Napoli capace di aggredire da subito la partita per mettere in saccoccia quei punti che tanto servono in questa fase concitata di campionato, invece i brianzoli si sono guadagnati gli applausi di tifosi e appassionati, giocando con serietà e abnegazione notevolissime dimostrando che hanno tutte le intenzioni di onorare la Serie A fino all’ultimo minuto disponibile. La rete della svolta è arrivata grazie a un bacio della buona sorte, una colomba di Pasqua speciale nelle vesti di una papera di Turati, che con un’uscita a vuoto ha favorito il vantaggio dei partenopei con McTominay che si è dimostrato glaciale, non perdonando lo svarione.

Questi aspetti dovrebbero rappresentare senza ombra di dubbio la priorità nella mente di Antonio Conte. Il tecnico che ha avuto l’enorme merito di risollevare una squadra che aveva terminato la scorsa stagione con un encefalogramma piatto, ridando entusiasmo, speranze e sogni a una città intera, che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi da subito in una lotta serrata per lo Scudetto contro un’avversaria come l’Inter, campione in carica e semifinalista di Champions per due volte negli ultimi tre anni. Parliamo di un allenatore di primissimo livello, che ha raggiunto gli obiettivi richiesti ovunque sia andato, che sa indiscutibilmente come si vince e come si apre un ciclo, la sua storia parla per lui. Certamente la sua storia racconta gli innumerevoli successi, e racconta anche il carattere difficile e spigoloso, quello di un uomo che dà tutto sé stesso per la causa ma allo stesso tempo pretende il massimo da chi lo ha assunto. Raramente scende a compromessi, ha una metodologia di lavoro chiara e dei valori che considera non trattabili. Se le sue condizioni non vengono esaudite si fa da parte senza troppi ripensamenti, anche se il progetto risulta vincente: ne sono una testimonianza gli addii amari a Juve (lasciata dopo l’annata record da 102 punti) e Inter (che aveva riportato al successo dopo 11 anni a bocca asciutta per i Nerazzurri).

Ciò significa che conta poco quale sarà il piazzamento finale di questa stagione, al termine di essa Antonio Conte valuterà con attenzione la direzione del progetto nel breve e nel medio termine, e se non si ritenesse soddisfatto potrebbe prendere decisioni drastiche. Nonostante tutto, ciò non rappresenti una novità, dal momento che De Laurentiis stesso sapeva sin da subito chi stava firmando per la propria panchina, in molti tra i tifosi e gli addetti ai lavori sono rimasti sorpresi dalle tempistiche delle dichiarazioni del tecnico leccese. Difatti, sia prima che dopo la partita di Monza, Conte si è lasciato andare ad importanti affermazioni, ammettendo che lo scenario reale sia ben diverso da quello che si era immaginato inizialmente e che non sia più disposto a metterci la faccia da solo. Si è lamentato inoltre del fatto che non tutte le sue richieste siano state soddisfatte, come la tenuta del centro sportivo e soprattutto la permanenza di elementi chiave della rosa, su tutti quel Kvicha Kvaratskhelia ceduto a Gennaio e che sta facendo ottime cose a Parigi.

Che ci sia una precisa strategia dietro? Antonio Conte vede quotidianamente la sua squadra sul campo di allenamento, ed è perfettamente consapevole che i suoi ragazzi non siano al meglio fisicamente, sfiancati e spolpati da una lotta difficilissima arrivata nel momento cruciale: gli Azzurri giocano una sola competizione, vero, ma la rosa è corta e colpita da vari infortuni, di conseguenza le energie scarseggiano. Inoltre la tenuta mentale è resa difficile dal fatto che i giocatori non siano abituati a scenari di questo tipo: in molti hanno vinto sì lo Scudetto del 2023 ma fu un cammino trionfale, una marcia senza possibilità di scampo per le proprie avversarie, mentre questo rappresenta il primo campionato combattuto fino alla fine. Tutto questo Conte lo sa, ed è possibile che la sua intenzione sia quella di togliere pressione alla squadra, focalizzando l’attenzione della stampa su di sé e sul Presidente, concentrando gli articoli di giornale più sul domani che sull’oggi; difatti, già adesso l’argomento caldo sono le dichiarazioni di Conte, non la prestazione precaria di Monza.

Va’ inteso che con ogni probabilità le parole di Conte rappresentino i suoi reali pensieri, e che nella sua mente sia tutto fuorché sicuro di proseguire la sua avventura a Napoli: per lui la progettualità è tutto e dovrà capire se le promesse fattegli possono rivelarsi non disattese, solo rinviate (ed eventualmente di quanto). Ciononostante, la scelta di rendere pubbliche queste sue considerazioni non può essere casuale: lo conosciamo per essere un vincente nato ed ogni sua azione è volta al raggiungimento del massimo obiettivo. Uno così è disposto a tutto pur di aiutare la sua squadra a rendere meglio, massimizzare anche con metodi poco ortodossi è l’imperativo necessario in questo momento importantissimo.

Alla narrativa che si fa di sé ci tiene enormemente, e se eventualmente la sua esperienza a Napoli dovesse concludersi dopo un solo anno, vuole che quella singola annata sia sufficiente per entrare nella storia e nella leggenda del Club, il momento di premere sull’acceleratore è adesso e lui lo sa bene.

fonte foto: sito ufficiale SSC Napoli