Tra graditi ritorni e coraggiose scommesse adesso il quadro allenatori della nuova serie A 2025/2026 è finalmente completo. C’è chi è andato (quanto meno sulla carta) sul sicuro, e chi ha scelto di intraprendere invece la strada dell’investimento a lungo termine. La nuova stagione ormai alle porte è pronta di nuovo a tenerci con gli occhi incollati sulle sorti delle venti squadre italiane. Proviamo ad entrare nel dettaglio delle scelte operate dalle società, analizzandone opportunamente le motivazioni e gli obiettivi a cui queste puntano con caparbietà e determinazione.
Come direbbe Gino Paoli, questa lunga storia d’amore. Si potrebbe riassumere con questa canzone il ritorno di Stefano Pioli sulla panchina della Fiorentina. Dopo un anno in Arabia, all’Al-Nassr, l’ex allenatore del Milan ha scelto di ritornare in una città e in una squadra che lo ha segnato profondamente. Che sia il salto di qualità che la viola merita ce lo dirà soltanto il tempo, ma se Commisso ha investito su Pioli è perché sa che i migliori successi nascono in primis costruendone l’ambiente ideale. Dopo la tragica scomparsa di Davide Astori nel 2018, Stefano Pioli è diventato più di un allenatore per i calciatori coinvolti, e insieme hanno gestito un dolore a cui non erano preparati. Questo, la tifoseria toscana gliel’ha sempre riconosciuto. E il suo ritorno, tra l’amore che li lega al tecnico e una enorme consapevolezza umana, può creare il miglior ambiente per un consolidamento più decisivo nell’Europa che conta. E indipendentemente dai pronostici, rivedere Pioli su quella panchina farà sempre un certo effetto.

Un po’ più su, geograficamente parlando, il Como ha confermato Cesk Fabregas. Nonostante la corte nerazzurra, la cui scelta societaria è poi ricaduta su Cristian Chivu, le sorti del matrimonio tra la dirigenza lariana e il tecnico spagnolo non potevano destinarsi ad altra strada. Al 16 luglio 2025, il Como ha già investito oltre 100 mln di euro, e tanto basta per comprendere quanto la società – risalita in serie A appena lo scorso anno – sia decisa a rendersi protagonista che nel prossimo campionato, magari cercando di dar fastidio alle big in zona europea, o quanto meno di accaparrarsi anche un posto in Conference League. Sarebbe, per un Como ritornato nella massima serie da appena un anno, un traguardo a cui applaudire in proporzione alla passione che anima chi segue questo sport. Tra Toscana e Lombardia, in Emilia Romagna, il Bologna riparte dalla conferma di Vincenzo Italiano. E se i rossoblù non possono permettersi di trattenere nomi di spessore – se Beukema è ad un passo dal Napoli, sarà tutto da decifrare anche il destino di Ndoye -, l’allenatore sbocciato a La Spezia ha tutte le carte in regola per valorizzare nuovi elementi e far assaporare a calciatori come Ciro Immobile una seconda giovinezza. Fresco di vittoria in Coppa Italia, riconsegnata alla città di Dalla, Cremonini e Morandi dopo 51 anni, Italiano è pronto a rimettersi in gioco, e in una serie A, sulla carta così competitiva come poche volte in questi anni, ha voglia di dire la sua.

Anche ad Udine, pochi dubbi. Kosta Runjaìc confermato come nuovo allenatore anche per la prossima stagione. Con una media punti di 1.22 in 41 gare giocate, collezionando ben 14 vittorie, 8 pareggi (anche se 19 sconfitte) ha smentito, come d’altronde tecnici come Vieira e Chivu, il tabù dell’allenatore d’esordio in serie A. Tedesco, e al tempo stesso insieme di culture frutto dell’ex Jugoslavia, Runjaic ha saputo creare un gruppo di calciatori pronti a sudare la maglia sempre, valorizzando elementi come Thauvin e facendo sbocciare Lorenzo Lucca – e non è un caso se persino Antonio Conte se n’è innamorato, a tal punto da convincere la società a sceglierlo come prossimo vice Lukaku. Entrato in punta di piedi, e capace di ritagliarsi uno spazio tutto suo in un campionato di qualità elevata, la permanenza di Runjaìc è il miglior premio per l’anno d’esordio. E adesso il tedesco, dopo aver rotto il ghiaccio, è pronto a prendere ancora più confidenza con la serie A.
Osservato con attenzione dall’Inter, insieme a Fabregas e prima della scelta di Chivu, Patrick Vieira è stato confermato sulla panchina del Genoa. L’ex centrocampista e baluardo storico dei nerazzurri, subentrato il 20 novembre 2024 a Gilardino, suscitò un certo scetticismo. Ma nel silenzio del lavoro di chi vuole tenere gli occhi soltanto all’obiettivo ha smentito tutti guadagnando ben 33 punti – frutto di 8 vittorie, 9 pareggi e 9 sconfitte – e salvando con tranquillità il grifone. L’obiettivo resta quello della salvezza, ma Genova può essere il palcoscenico ideale di Vieira, pronto a consolidare squadra, tifo e propria idea di calcio per puntare a fare del proprio meglio nel primo anno (intero) in serie A. A non molti chilometri di distanza il Parma ha optato per intraprendere una strada si potrebbe dire persino estranea al calcio italiano. L’investimento è stato fatto su Carlos Cuesta, allenatore spagnolo 29enne. Già collaboratore tecnico di Juventus U17 e U23, per alcuni è un predestinato che può far leva sulle 261 partite come vice allenatore di Mikel Arteta all’Arsenal fino allo scorso giugno. Per l’allenatore – fa strano pensare sia più giovane di alcuni calciatori che allenerà – si tratta della prima esperienza come primo su una panchina, ed è tutta un’incognita se si pensa che lo farà in un calcio come quello italiano. La presentazione, però, promette bene: sorriso ai giornalisti, forti ideali calcistici e la voglia di chi vuole aprirsi una strada tutta singolare mettendosi in gioco con chi di anni d’esperienza alle spalle ne ha già abbastanza.

All’appello, prima delle neopromosse, mancano le due squadre del sud. Cagliari e Lecce. Anche i sardi hanno optato per una scelta di cuore, un’altra novità su cui puntare gli occhi in vista del prossimo campionato. Il nuovo allenatore dei rossoblù è infatti Fabio Pisacane. Napoletano, capace con tenacia di ritagliarsi da calciatore un proprio spazio in serie A, e già allenatore col Cagliari U19 (dopo esserne stato vice), collezionò con la maglia sarda ben 153 presenze e cinque reti. Sbocciato in Primavera 1, con 36 partite vinte e 18 pareggiate, ha trascinato il Cagliari alla vittoria in Coppa Italia Primavera (0-3 contro il Milan), e s’è guadagnato l’attenzione e l’incarico in prima squadra. Tecnico giovane, alla prima esperienza in serie A, potrà tentare un primo consolidamento nella massima serie in un ambiente che lo ha cullato e gli ha confezionato lo spazio che meritava anche da calciatore. Più un’incognita (sempre e solo sulla carta) la scelta dei salentini di puntare su Eusebio Di Francesco, reduce dalla doppia retrocessione con Frosinone e Venezia degli ultimi due anni. Due retrocessioni con due neopromosse. Ora l’avventura di un Lecce salvo in extremis grazie alla vittoria contro la Lazio all’Olimpico sotto la guida di Marco Giampaolo. La fortuna non è stata dalla sua parte, ma quest’anno Di Francesco ripartirà con la stessa determinazione e professionalità di sempre, pronto a scacciare il più classici dei non c’è due senza tre.
Pisa, Cremonese e Sassuolo: dall’investimento “sicuro” di Nicola alla scommessa Fabio Grosso. Verdetto al rettangolo verde
Spazio, infine, e non per importanza, alle tre neopromosse di serie A. Se due delle tre non sono delle vere e proprie sorprese, la terza ha finalmente riabbracciato il palcoscenico più grande del calcio italiano. Dopo ben 34 anni il Pisa è tornato in serie A lo scorso 4 maggio 2025, grazie ad un capolavoro firmato Pippo Inzaghi – già pronto all’avventura di Palermo e alla sfida di riportare i rosanero nella massima serie. Il mancato accordo per continuare sulla panchina toscana, o la scelta di rimanere in serie B per provare a rendere nuovamente grande una piazza come quella siciliana, ha portato la dirigenza a guardarsi attorno. Le riflessioni sono confluite nella scelta di investire su un solo nome, quello di Alberto Gilardino. L’ex attaccante, tra le altre, della Nazionale italiana campione del mondo nel 2006, è stato esonerato lo scorso 19 novembre, ma quel che ha spinto il Pisa ad affidargli la panchina è sicuramente l’annata precedente. La capacità di valorizzare calciatori come Retegui e Gudmundsson, trascinando il Genoa ad una salvezza abbastanza tranquilla e frutto di un calcio ben inquadrato, gli hanno restituito l’opportunità di tornare ad allenare in serie A. Le frizioni che hanno reso discutibile la scelta di sollevarlo dall’incarico appena a novembre della scorsa annata si sono portate dietro un po’ d’amarezza per la mancata continuità nell’allenare. A Pisa, in una piazza calorosa, e sulle spalle la responsabilità di provare ad assicurare un posto in serie A anche l’anno prossimo, Gilardino può provare a riscattarsi, “dimostrando” a quello stesso Genoa che l’ha lanciato di essersi sbagliato.

Scelta diversa dalla formazione toscana ha operato invece il Sassuolo. Fabio Grosso, compagno di squadra di Gilardino della nazionale campione del mondo 2006 – autore del gol che ha permesso agli italiani di salire sul tetto del mondo -, è stato confermato sulla panchina neroverde. Solo 7 sconfitte e 7 pareggi in campionato, un divario enorme rispetto alle 27 vittorie messe in cascina dai suoi ragazzi – un totale di 88 punti – gli è valsa la promozione in serie A con netta scioltezza rispetto alle inseguitrici. La scelta societaria di affidargli per la prima volta, dopo la breve parentesi di tre panchine col Brescia (annata 2019/2020), una panchina di serie A è la più giusta ricompensa per il lavoro svolto in cadetteria. Grosso avrà dunque l’opportunità non solo di misurarsi con un parco allenatori di altissimi qualità, ma di far leva sulle proprie idee per scongiurare qualsiasi ipotesi di ritorno in B e riabituando, dunque, la piazza neroverde ad essere nuovamente punto fermo del massimo campionato italiano.

Infine, ecco la Cremonese. Ritorno in serie A e scelta di affidare la panchina ad un allenatore che possa garantire una certa esperienza e una certa affidabilità in relazione agli obiettivi del club. Davide Nicola è un esperto di salvezza, e lo dimostra la sua carriera da allenatore. Salva storicamente il Crotone nel 2016, con un’annata di ritorno indimenticabile che culmina con la salvezza conquistata al fotofinish contro la Lazio per 3 a 1; la stessa sorte tocca al Genoa nel 2020, con l’ufficialità della permanenza in A all’ultima di campionato (3-0 contro il Verona). Ritornato ad allenare nel 2021, stavolta sulla panchina del Torino, ottiene un quartultimo posto che sancisce la condanna al ritorno in cadetteria del Benevento. Ma le salvezze più belle arrivano con Salernitana ed Empoli. A febbraio 2022 la società granata lo sceglie per l’impresa-salvezza a cui il ds Sabatini diede il 7% di probabilità di riuscita. Ma a Nicola il 7% basta e avanza, e con 18 punti in 15 partite riesce a conquistare la salvezza all’ultima giornata, e nonostante la sconfitta casalinga per 4 a 0 contro l’Udinese – complice il pari di Venezia-Cagliari, 0 a 0 che sancisce la retrocessione dei sardi. Ad Empoli compie un miracolo simile diventando, in aggiunta, il miglior esordiente come allenatore del club – con tre vittorie e tre pareggi. All’ultima giornata condanna il collega Eusebio Di Francesco alla retrocessione col Frosinone, battendo per 2 a 1 la Roma grazie alla rete di Niang. Più “tranquilla”, infine, l’avventura a Cagliari della scorsa annata. Stavolta la salvezza arriva con un turno di anticipo e al 15° posto a quota 36 punti.
Per comprendere meglio perché la Cremonese lo abbia scelto basta riportare un semplice dato: con l’impresa dell’anno scorso a Cagliari, Davide Nicola ha raggiunto quota sei salvezze in otto anni. Non c’è più nulla da aggiungere, se non che il club grigiorosso sia andato non solo su un usato sicuro, ma su un uomo capace di vivere con passione estrema qualunque gesta eroica compiuta nelle piazze che lo hanno ospitato. Attirando su di sé, come massimo conoscitore di salvezze, più di un riflettore, calcisticamente e umanamente parlando.
Con un quadro così completo e così competitivo, tra graditi ritorni (Allegri, Pioli e Sarri) e scommesse più o meno coraggiose (basti pensare a Juric, Tudor, finanche ad arrivare a Cuesta, Grosso, Pisacane e Chivu) la Serie A è pronta a garantire nuovo spettacolo, attirando gli occhi di tifosi, appassionati e addetti ai lavori su gran parte delle squadre che si daranno battaglia sul rettangolo verde. Nel seguire e nell’analizzare i movimenti di mercato incandescente non resta che aspettare quest’ultimo mese, prima che comincino le danze dell’ennesimo ballo italiano. E nella febbre del sabato sera, tra Conte pronto a riaffermarsi e inseguito da chi vuole tornare a lasciare il segno, c’è chi sarà pronto a darsi battaglia per riservarsi un posto di lusso o, semplicemente, per non abbandonare la pista. A chi è spettatore non resta che godersi lo spettacolo, assaporando ogni momento di un serata in disco che si prospetta piuttosto lunga e ricca di colpi di scena di chi è pronto ad attirare l’attenzione su di sé.
FONTE FOTO: Profili ufficiali delle squadre di serie A
