L’inizio di stagione non è stato certamente dei più esaltanti per una squadra che, ad ogni inizio annata, si presenta con la rinnovata ambizione di muovere un’ulteriore step di crescita per inserirsi stabilmente nell’élite del panorama nazionale italiano e ritrovare così i fasti di un club dalla storia leggendaria.
Nell’incontro valevole per la settima giornata del campionato di serie A, Il Torino, sedicesimo in classifica con cinque punti, riceve il Napoli allo stadio Olimpico. Il fischio d’inizio è previsto domani alle 18:00. Il Napoli è capolista a quota quindici insieme alla Roma di Gasperini, quest’ultima attesa dal big match interno con l’Inter. Riprendere con la capolista non è certamente l’impegno più facile per i padroni di casa granata.
Il prestigio dell’avversario da affrontare e la voglia di esaltare in una sfida che per tanti versi potrebbe risultare proibitiva potrebbero costituire un propellente prezioso per una squadra alla ricerca di quella scintilla che le consenta di imprimere una svolta significativa ad una stagione fin qui al di sotto delle attese. Il pareggio ottenuto nell’ultimo turno a Roma contro la Lazio ribadisce il potenziale offensivo di una squadra in grado di trovare la via del gol in tanti modi diversi.
In una sfida nella quale sono diversi i giocatori che hanno militato con le maglie avversarie potranno sicuramente entrare in campo con una motivazione particolare due grandi ex: Giovanni Simeone, attaccante che nella sua avventura alle pendici del Vesuvio ha lasciato il segno con diversi gol importanti, e Cyril Ngonge, protagonisti secondari con la maglia azzurra della cavalcata che si è conclusa con il quarto scudetto. Baroni, intenzionato a confermare l’abituale 3-5-2 con cui schiera i suoi, attende conferme dallo staff medico sulle condizioni di Anjorin ed Ismajli e sembra intenzionato a preferire Gineitis a Vlasic o Ilic per completare un terzetto di centrocampo votato alla battaglia e al sacrificio contro una mediana avversaria nella quale la qualità sovrabbonda.
Sembra ragionevole pensare che l’ex tecnico della Lazio chieda ai suoi una prova di grande sacrificio, di corsa, ritmo ed intensità agonistica, con lo scopo di provare ad arginare la qualità dei rivali e cercare poi di distendersi negli spazi eventualmente lasciati dalla difesa partenopea che in queste prime battute non sembra così impermeabile come nello scorso torneo.
Credit:Torinofc.it