Aria di festa!! Quella che si respira a Napoli dopo la grande notte di mercoledì, nella quale gli azzurri hanno battuto la Juventus ai calci di rigore e conquistato la sesta Coppa Italia della storia del club, un trionfo ampiamente meritato e che ha mandato in visibilio tutta la città.
E’ la grande vittoria di Napoli e del Napoli ma anche la vittoria targata Gennaro Gattuso, grande uomo ed allenatore. Un grande uomo di sport e portatore dei vecchi e sani principi del calcio di una volta, un combattente nato e questo Napoli sta sempre di più rispecchiando lo spirito guerriero del proprio tecnico. Forse proprio lui la vittoria di questa Coppa la meritava, ancor più di tutti, dopo il lavoro intenso e fondamentale fatto in questi mesi e dopo ciò che gli è accaduto con la scomparsa della sorella. Un uomo che si è preso la responsabilità di venire a Napoli in una situazione totalmente disastrata e con la consapevolezza che sarebbe potuto essere l’allenatore del Napoli anche per soli 6 mesi.
Ringhio ha trovato una squadra distrutta dalla precedente gestione tecnica, sotto l’aspetto fisico, tecnico- tattico e mentale, aspetti sui quali ha lavorato sin dal primo momento, ha lavorato con grande dedizione, passione e professionalità. L’inizio è stato molto difficile, troppe erano le macerie lasciate dalla gestione Ancelotti, ma adesso le meritate ricompense stanno arrivando alla grande.
A dare la svolta è stata proprio la partita vinta al San Paolo in Coppa Italia contro la Lazio, da lì in poi è stato intrapreso un gran filotto di risultati positivi con di mezzo solo la debacle contro il Lecce, in 11 partite: 8 vittorie, 2 pareggi (di cui uno contro il Barcellona e l’altro contro l’Inter che è valso come una vittoria, in quanto ha dato ai partenopei il pass per la Finale dopo il successo nella gara d’andata a San Siro) e la sconfitta contro i salentini.
Gattuso ci ha fatto riscoprire la vera anima e la vera forza di questa squadra, la quale ha dato conferma del fatto che, se è guidata nel modo giusto, può diventare inarrestabile; senso di appartenenza, spirito di sacrificio, tenacia, cuore, grinta e compattezza, questi i principi sui quali si basa il Napoli di Rino Gattuso e attraverso i quali è stata costruito il successo in Coppa Italia, che vale tanto e che è stato raggiunto battendo le 3 squadre che si giocano lo scudetto, Lazio, Inter e Juventus.
Il tecnico calabrese con le sue grandi capacità da motivatore e con la sua maniacalità nella preparazione fisica e tecnico-tattica, ha ricompattato il gruppo, con il quale sta sempre di più entrando in sintonia e nel giro di pochi mesi gli ha fatto ritrovare una perfetta impostazione tattica, condizione fisica, entusiasmo e fiducia.
La Finale è stato l’ennesimo capolavoro tattico dell’allenatore del Napoli, grande prestazione e nessuna occasione da gol concessa alla Juventus. Ma oltre ad un Napoli ben messo in campo e solido difensivamente, dopo qualche errore nei primi minuti, si è vista una squadra che ha anche giocato con qualità e creato diversi pericoli ai bianconeri; infatti la vittoria sarebbe stata ampiamente meritata già nell’arco dei 90 minuti. I calci di rigore sono stati calciati tutti alla perfezione e con grande freddezza e questa vittoria può rappresentare la svolta anche per Alex Meret, che è stato decisivo parando il tiro dal dischetto di Dybala e facendo sì che la serie di calci di rigore si aprisse nel migliore dei modi.
La squadra ha dimostrato che il desiderio di conquistare la Coppa era molto forte, così come anche nei tifosi era forte il desiderio di fare festa. Una gioia e una soddisfazione immensa, che forse sino a 5 mesi fa nessuno neanche lontanamente immaginava di provare. Bellissime immagini sul terreno di gioco dell’Olimpico dopo il trionfo: il discorso di Gattuso con tutta la squadra racchiusa intorno a lui e al Presidente De Laurentiis, i festeggiamenti con la Coppa, la commozione di Callejon, che ricorda molto quella del Pocho Lavezzi di 8 anni fa, dopo la Coppa Italia vinta nel 2012 sempre contro la Juventus e Insigne che alza il primo trofeo da capitano, il terzo napoletano a farlo nella storia del Napoli dopo Juliano nel 1976 e Paolo Cannavaro nel 2012.
La vittoria della Coppa Italia significa anche diretto accesso alla fase a gironi di Europa League e possibilità di andarsi a giocare la Finale di Supercoppa Italiana, che presumibilmente si disputerà il prossimo inverno. Ma come ribadito da Gattuso e dal Presidente De Laurentiis non è finita qui, la stagione non è assolutamente da considerarsi conclusa, c’è un campionato da onorare fino alla fine e le 12 partite rimanenti potranno anche essere indicative in vista della prossima stagione, per capire da chi si potrà ripartire. Senza dimenticare che c’è da giocare anche la gara di ritorno degli Ottavi di Champions League contro il Barcellona, dove gli azzurri non partono favoriti, ma neanche già battuti e il Napoli nel match d’andata ha dimostrato di poter mettere paura ai blaugrana.
Ritornando al campionato, l’Atalanta vista contro il Sassuolo ha dato conferma del fatto che il raggiungimento del quarto posto in classifica è un qualcosa di quasi irrealizzabile. Ma, dopo che la qualificazione in Europa League è già stata conquistata e che difficilmente i partenopei si giocheranno un traguardo in questo finale di campionato, l’obiettivo deve essere comunque quello di fare tanti punti e di provare a piazzarsi nel miglior modo possibile, per poi eventualmente farsi trovare pronti nel caso in cui la classifica dovesse presentare grandi occasioni.
Domani ore 19.30, la squadra di Gattuso è attesa da una gara molto ostica al Bentegodi contro l’Hellas Verona, tra le squadre rivelazione e sorpresa di questo campionato. Partita molto delicata in quanto la compagine veneta è settima a soltanto 1 punto di distacco dal Napoli ed inoltre è da vedere in quali condizioni gli azzurri, dopo i vari legittimi festeggiamenti di questi giorni, arriveranno a questo match. La formazione guidata da Juric è una squadra che mette molto le gare sul piano fisico e che gioca un gran bel calcio; nel match vinto contro il Cagliari, gli scaligeri, sono parsi sin da subito molto in palla. Il Verona inoltre è dotato anch’esso di una grande solidità difensiva, i gialloblu sono la quarta difesa della Serie A con 27 reti subite, soltanto poche in più rispetto a Lazio (23), Juventus (24) e Inter (25). E la retroguardia di Juric ha in uno dei suoi maggiori pilastri, proprio il futuro calciatore del Napoli Amir Rrahmani.
Per quanto riguarda l’11 con il quale il Napoli scenderà in campo, i dubbi riguardano maggiormente l’attacco. In porta ritorna Ospina, poi confermato il quartetto difensivo formato da Di Lorenzo e Mario Rui sulle fasce e Maksimovic e Koulibaly centrali. Tutto dovrebbe restare invariato anche a centrocampo, dove con ogni probabilità ad agire saranno nuovamente Fabian Ruiz, Demme e Zielinski. In attacco rispetto alla Finale di settimana scorsa, molto probabile l’inserimento dal primo minuto di Politano al posto di Callejon, così come quello di Milik al posto di Mertens, in quanto un po’affaticato, mentre sulla sinistra, certo del posto da titolare Lorenzo Insigne.
Dopo una prima parte di stagione di grande difficoltà, di sofferenza e di preoccupazione per il futuro, grazie all’avvento di Gattuso sulla panchina azzurra è stato subito ritrovato l’entusiasmo e il vero Napoli. L’auspicio è che ciò sia soltanto l’inizio di un nuovo grande ciclo targato Gennaro Gattuso. Non resta che proseguire sulla strada intrapresa e non fermarsi!!
Probabili formazioni
Verona (3-4-2-1) Silvestri – Rrahmani, Kumbulla, Gunter – Faraoni, Veloso, Amrabat, Lazovic – Verre, Zaccagni – Di Carmine. Allenatore: Juric
Napoli (4-3-3) Ospina – Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui – Fabian Ruiz, Demme, Zielinski – Politano, Milik, Insigne. Allenatore: Gattuso
Felice B. De Martino