Il Portici si rammarica, il Nola cala il poker e risorge

La gara. Si sapeva che sarebbe stata una grande occasione per tornare alla vittoria per la prima volta nel nuovo anno, di fronte ad una squadra che, sola insieme all’Angri, ha collezionato 10 sconfitte diventando fanalino di coda del girone. Al Portici nel derby del “San Ciro”, però, non resta che il rammarico, tutto racchiuso nella consapevolezza d’essersi imposti sul terreno di gioco, ma d’aver al tempo stesso ceduto al cinismo degli uomini di Ferazzoli. Il gol a freddo di Sparacello, che beffa Borrelli su un “passaggio” in area, non intimorisce la squadra azzurra (oggi vestita di rosso) che scava dentro di sé tirando fuori carattere e grinta di una squadra che sa di dover sudare la maglia fino alla fine della stagione. Maranzino e Di Gennaro dettano i ritmi di una manovra però lenta e più timida, ingarbugliata dalla bona densità di un Nola che lascia spesso il suo nove come ultimo uomo in caso di ripartenza – e delle volte neanche visto che si ritrova spesso schiacciata nella propria metà campo. L’occasione sprecata di Scorza (19′), la girata di Filogamo (35′) e la traversa colpita da Di Gennaro (37′) sono i segnali di un Portici che ha la testa nella gara e che, potenzialmente, può pareggiare e perché no anche battere i nolani nella ripresa.

Come un copione già scritto, e pure beffardo, che ha tutto il sapore della “giornata no” il Nola raddoppia al 49′ con Piacente – dopo quattro minuti, proprio come allo sbocciare dell’incontro. All’esterno viene lasciata la conclusione dalla distanza, precisa e chirurgica, sulla quale l’estremo difensore azzurro poco può farci. La fame di vittoria e tre punti dei bianconeri, consapevoli dell’importanza della gara e della posta in palio, si spinge persino al clamoroso 0-3. Ndiaye riconquista a ridosso dell’aria di rigore azzurra e serve, cinque minuti dopo, un assist perfetto a Palmieri, cinico e presente da posizione ottimale. Il Portici, dalla sua, ha carattere da vendere e dimostra un’insaziabile voglia di non arrendersi al risultato. Ne sono la prova prima la rete di Filogamo (66′), che sfrutta bene una mischia in area dopo una conclusione di Mirante, e poi quella di Di Gennaro (74′), su una delle poche imbucate riuscite a spaccare la difesa capitanata da Russo e Sepe – complice qui un imperfetto Zizzania. Nel momento clou dell’incontro, con gli azzurri a trazione anteriore e piuttosto vicini a completare una rimonta incredibile, il gol di Staiano – il lavoro sporco di Sparacello merita menzione importante – arriva come una doccia fredda a spegnere le speranze dei vesuviani. Al termine dell’incontro, il Portici fallisce la prova di maturità che si aspettava Sarnataro, permettendo al Nola di rientrare nella corsa serratissima della salvezza.

L’analisi. Malgrado la mancata vittoria, che pure ci si poteva aspettare contro l’ultima della classe, la situazione in classifica resta pressoché stagnante. Il crollo della Vis Artena (0-1 in casa contro il Lupa Frascati), il pari nello scontro diretto tra Pomezia e Tivoli (1-1) e l’inaspettato pari tra Angri e Paganese permettono agli azzurri di respirare, e di poter cancellare già dalla prossima gara una sconfitta che si trascina dietro soltanto amarezza per un’occasione sprecata. Il campionato è lungo, il Portici ha peccato di maturità, ma dimostra (e ha dimostrato) di avere qualità e carattere, che però devono combaciare per far sì che la salvezza non diventi un’impresa poco fattibile. Prima del derby con la Paganese all’orizzonte altri due scontri diretti: prima in Sardegna contro l’Ilvamaddalena e poi in casa contro il COS Sarrabus Ogliastra; altri due “match point” piuttosto delicati e importanti per cominciare anche soltanto a pensare di poter mettere la freccia. In un campionato in cui può succedere di tutto, al netto di una classifica così corta, è necessario più che mai esser fedeli ad uno dei primi motti di Sarnataro: non esaltarsi dopo una vittoria, non demoralizzarsi dopo una sconfitta. Nella testa soltanto molto lavoro da fare, magari con un Orlando e con uno Schaeper in più, elementi imprescindibili dello scacchiere del tecnico porticese che, tra arrivi e partenze che sono (e che sarebbero potute essere già prima), accusa le difficoltà nel riuscire a lavorare sulla rosa al completo. Ma già il recupero di questi due elementi potrebbe permettere al Portici di indossare un abito “meno stretto” e assumere tutt’altro volto in vista delle gare delicate di stagione.

FOTO: Portici 1906