Lutto nel mondo del calcio. Addio a Totò Schillaci, l’eroe di Italia ’90

La notizia, diffusa dall’agenzia ANSA intorno alle 13.30, ha sconvolto il mondo del calcio: addio a Totò Schillaci, l’eroe di Italia ’90 diventato idolo di migliaia di appassionati e tifosi. Nel 2022 s’era imbattuto nel tumore al colon, combattuto con alcune operazioni chirurgiche e con cicli di chemioterapia. Lo scorso 7 settembre, colpito da una recidiva, era stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Civico di Palermo, reparto di pneumologia. Oggi, 18 settembre 2024, le sue condizioni si aggravate purtroppo fino alla morte che ha gettato nello sconforto il calcio italiano. Aveva 59 anni.

Totò Schillaci e quell’anno indimenticabile: addio all’eroe della Nazionale del 1990

Nato nel 1964 a Palermo, Salvatore Schillaci (detto Totò) crebbe nelle giovanili dell’AMAT Palermo, per poi accasarsi al Messina e cominciare quella che sarebbe stata una carriera piuttosto significativa. Con la maglia della città siciliana ben sette stagioni, con una straordinaria promozione in B conquistata nell’annata 1985-86, e di cui fu in parte protagonista mettendo a segno 11 reti, due appena dietro a Catalano, miglior marcatore di allora. La sua miglior stagione, però, prima del passaggio alla Juventus di Dino Zoff, avvenne sotto la sapiente guida tecnica di Zdenek Zeman; a fine annata 1988-89 i suoi gol furono ben 23 in campionato (25 totali).
Grazie al boemo che ebbe la capacità di esaltarlo, il passaggio tra le fila bianconere non solo avrebbe sancito il suo esordio in serie A, ma gli avrebbe permesso anche diventare miglior marcatore stagionale in campionato con 15 reti all’attivo – miglior stagione nei tre anni alla Juventus, dal 1989-90 al 1991-92 -, proprio nell’anno in cui la vecchia signora conquistò la Coppa UEFA in finale contro la Fiorentina e la Coppa Italia.
Poi, il passaggio all’Inter e un paio di stagioni deludenti prima di decidere di partire alla volta del Giappone. Dopo aver collezionato soltanto 11 reti in 30 presenze con la maglia nerazzurra, si distinse al di là dell’Europa: in particolare nel 1995, furono 31 i gol complessivi messi a segno in J.League vestendo la maglia del Jùbilo Iwata, e dietro soltanto a Masahiro Fukuda (Urawa Reds). Una sola rete nel 1997, poi il ritiro dal calcio giocato, con un totale di 154 reti in 417 presenze in carriera.

Totò Schillaci è ricordato, però, per essere stato l’eroe di Italia ’90, Nazionale che sfiorò il suo quarto mondiale della storia – per il quale si sarebbe aspettato l’anno del 2006 sotto la guida di Marcello Lippi. Il ct Azeglio Vicini, notando gli importanti contributi forniti alla causa bianconera nell’anno delle conquiste di Coppa UEFA e Coppa Italia, decise di convocarlo in vista dei Mondiali che si sarebbero tenuti in Italia. L’esordio avviene nella prima gara della competizione: Schillaci prende il posto di Carnevale al 75′ e va in gol permettendo agli azzurri di battere l’Austria. Da lì in poi, facendo coppia con Baggio e mancando la via del gol soltanto nella successiva gara contro gli USA, l’attaccante siciliano andò a segno sempre; alla fine, complessivamente, saranno 6 le reti con la maglia della Nazionale maggiore. Tra queste una anche Napoli, proprio nella gara che impedì agli azzurri di accedere alla finale, arrendendosi all’Argentina di Maradona. Gli uomini guidati da Vicini, infine, disputarono la finale per il 3° o 4° posto del Mondiale affrontando l’Inghilterra. Schillaci segnò ancora, smettendo di essere una novità. Motivo per il quale oggi, l’Italia piange uno dei suoi pezzi di storia, una storia che – sebbene non culminata con il suo quarto Mondiale – racconta di un attaccante siciliano che, partito dalla C e guadagnatosi a tutti i costi la serie A fino al trionfo in Europa, divenne idolo e simbolo del 1990 e, per questo, indimenticato e indimenticabile.

FOTO: Instagram Nazionale Italiana di calcio