Esclusiva CNP – Gioele Mincione dell’Apice si racconta: “Le esperienze con Cavese e Nocerina mi hanno insegnato tanto. Sul campionato…”

Pochi giorni dopo il pirotecnico pareggio, nel match del girone B di Eccellenza, fra la Virtus Junior Stabia e l’Apice, uno dei protagonisti della gara, il centrocampista ospite Gioele Mincione, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di Campania Nel Pallone in cui ha parlato della gara di settimana scorsa e del campionato della squadra sannita.

Nell’ultimo turno di campionato hai realizzato una doppietta che ha aiutato l’Apice ad ottenere un punto d’oro contro un avversario difficile come la Virtus Junior Stabia. Questa gara, che vi ha visto tenere testa ad una squadra di alta classifica, non vi ha lasciato qualche rammarico?

“Sì, sono molto felice della doppietta di Sabato anche se è una gioia divisa a metà perché sarei stato molto più contento se avessimo conquistato i tre punti. Però allo stesso momento, sapevamo che la squadra avversaria era davvero molto forte, come hanno dimostrato nella stagione corrente. Quindi era un campo difficile, lo sapevamo, e comunque siamo andati là a fare la nostra partita e anzi credo che meritavamo i tre punti visto che comunque eravamo andati in vantaggio due volte. Su questo c’è molto rammarico perché abbiamo preso il 2-2 al 90esimo. Farsi riprendere due volte dopo aver fatto una grande partita dispiace un sacco, ti lascia davvero tanto amaro in bocca.”

Mancano 5 gare e l’Apice è ad una lunghezza dalla salvezza diretta. Una distanza minima ma che con poche partite può sembrare una montagna da scalare. Pensi che tu e i tuoi compagni riuscirete ad evitare lo spettro dei play out?

“Sì, la distanza con la salvezza diretta è minima e c’è anche un bel gruppo di squadre in quella parte di classifica. Diciamo che il destino è ancora nelle nostre mani, abbiamo ancora due scontri diretti e ancora altre cinque gare dove se riusciamo a fare bene possiamo evitare i play out. Quindi sta ancora tutto a noi e possiamo benissimo uscire fuori da questa situazione. Noi stiamo lavorando e stiamo facendo tutte le cose giuste per uscirne fuori e raggiungere la salvezza il prima possibile. Spero con tutto il cuore di riuscire ad evitare i play out.”

Questo fine settimana affronterete il Sant’Antonio Abate, quindicesima forza del raggruppamento e contendente per la corsa salvezza. Come vedi il match?

“Domenica affronteremo il Sant’Antonio Abate, sarà sicuramente una gara molto difficile. Conosciamo bene la squadra, vengono da una vittoria difficile in casa del Rossoblù Castel San Giorgio, e verranno qui fiduciosi di fare risultato. Li abbiamo affrontati all’andata, sappiamo bene che tipo di squadra è: loro sono una squadra che è forte a livello di intensità, che non molla mai come ha dimostrato Domenica scorsa. È una squadra davvero difficile da affrontare, abbiamo lo stesso punteggio quindi siamo entrambi motivati per vincere. Questa gara, a questo punto della stagione, può tranquillamente considerarsi una finale. È uno scontro diretto che ci permetterà di tirare bene le somme. È una partita che vogliamo vincere e che vogliamo portare a casa a tutti i costi. Sappiamo bene che dobbiamo dare più del 100%.”

Sei uno dei superstiti della rosa dell’anno scorso. C’è qualcuno o qualcosa che ti ha spinto a rimanere ad Apice?

“Sì, come hai detto tu, sono uno dei pochi superstiti della rosa dell’anno scorso. Qui mi sono trovato benissimo sin dal primo momento. Uno dei motivi principali che mi ha spinto a rimanere è proprio il fatto che ad Apice si sta e si vive molto bene. Questa poi è una piazza importante che ha una società forte alle spalle che è sempre presente e che è molto seria. Quando il presidente mi ha esternato la sua volontà di riconfermarmi, mi è bastato poco per convincermi a continuare con loro. La mia speranza è sempre quella di fare il miglior campionato possibile per l’Apice per crescere insieme.”

Secondo te, l’Apice per la rosa che ha avrebbe potuto aspirare a posizioni più alte rispetto a quelle attuali? Se sì, cosa vi è mancato?

“Diciamo che la mia speranza iniziale era quella di fare un altro tipo di campionato anche perché abbiamo una rosa forte con calciatori importanti, con uno staff tecnico importante e, come ho detto prima, una società molto forte e molto presente. La mia volontà era quello di puntare ad obiettivi più nobili proprio perché credo che potevamo farlo. Il mio rammarico è che eravamo anche partiti bene però alcune situazioni in alcuni momenti ci hanno portato a non fare quello step successivo e quindi ora ci troviamo a lottare per la salvezza. Però non importa, noi dobbiamo guardare il presente, dobbiamo ricaricarci e dobbiamo terminare questa stagione nel migliore dei modi. Non so dirti cosa ci è mancato nello specifico, posso dirti solo che abbiamo buttato tanti punti per strada e ci è mancata quell’attenzione, quella concentrazione giusta per alzare l’asticella.”

Nel corso della tua carriera hai vestito maglie pesanti come quelle di Portici, Benevento, Cavese e Nocerina. C’è qualcuna di queste esperienze che ricordi ancora con affetto?

Tutte queste piazze sono piazze importanti dove ho imparato qualcosa sia a livello umano sia a livello calcistico. Sono fiero di aver vestito queste maglie pesanti. Posso dirti che l’esperienza più bella è sicuramente quella con la Cavese. Sono stato due anni a Cava de’ Tirreni, con loro ho fatto la cavalcata che ci ha portato in C e ho fatto una stagione in Serie C. Ricordo con affetto anche l’esperienza con la Nocerina, a Nocera ho vissuto bellissimi ricordi e bellissime esperienze. Queste sono le piazze che mi hanno segnato un po’ di più. Ovviamente anche le altre piazze, come Portici e Formia, mi hanno lasciato bei ricordi e bellissime esperienze.”

Foto: Polisportiva Santa Maria Cilento