Alla scoperta di Francesco Pio Esposito, dai primi calci in quel di Castellammare alla Nazionale Italiana: il gol, la famiglia d’arte, le forti radici campane   

Omnes naturae legibus ad eam caritatem patriae constricti sumus.
—Cicerone, De Officiis, I, 57

“Tutti siamo legati, per legge di natura, a un sentimento di amore verso la patria.”

Personalmente non sono un grande amante della parola “patria” e quelle poche volte che è necessario che io la utilizzi, sento il bisogno di ingrandire gli orizzonti del suo significato. La mia idea, a riguardo, è che la patria non sia solo un territorio ma una comunità affettiva e morale: è la somma di tutto ciò che ci ha formati, la lingua, i gesti, i volti, i paesaggi, le abitudini. Chiamato in questo modo, però, il luogo di origine va a connotarsi fortemente in senso maschile. Eppure, la “patria” ha anche quella necessaria sostanza materna che troviamo, ad esempio, in quel cordone ombelicale che ci lega a lei, che ci fa essere malinconici quando siamo lontani e felici quando ritorniamo.

Nel De Officiis, Marco Tullio Cicerone ci fa riflettere sul tema del legame spirituale con le proprie origini e, circa duemila anni dopo, tre fratelli nati e cresciuti nell’omonimo Rione di Castellammare di Stabia gli hanno reso omaggio in tutto e per tutto.
Il Romeo Menti, a Castellammare è un piccolo tempio, dove la passione per il calcio trabocca grazie al tifo per la Juve Stabia, attualmente in Serie B. Procedendo a piedi per cinque minuti è situato un altro campo da calcio, un po’ più piccolo e in erba sintetica, il “Ciceron 94”, un tabernacolo dove i sogni e le passioni dei piccoli del quartiere si confondono con la realtà di una semplice partita “a pallone”. Il nuovo terreno sintetico del quartiere Cicerone è stato inaugurato lo scorso 11 novembre 2024, dopo i lavori resi possibili grazie all’aiuto economico di papà Agostino Esposito – allenatore di calcio ed ex viceallenatore proprio delle Vespe tra il 2007 e il 2008 – e i tre figli Salvatore, Sebastiano e Francesco Pio, affermatisi tutti e tre come calciatori professionisti. “È un piccolo gesto per un posto e un campo che ci hanno dato tanto — ha dichiarato Sebastiano a Sportitalia, in occasione della cerimonia inaugurale del campo — non potremmo mai dare a questo campo ciò che lui ha dato a noi”.

Il sogno di una Castellammare bella, che include anche e soprattutto grazie al calcio ha il volto di tre fratelli col sangue napoletano nel cuore, che le circostanze e la passione per questo sport hanno allontanato da casa, prima verso Brescia, poi verso Milano, La Spezia e altre piazze tra il centro e il nord Italia.

La quotidianità di Castellammare, il più giovane dei tre, cioè Francesco Pio, l’ha vissuta solo per sei anni, prima di intraprendere questo viaggio con la sua famiglia. Un viaggio, appunto, tra Brescia, La Spezia e Milano, la Milano nerazzurra che tutt’ora lo coccola, se lo gode e che lo sta lanciando nell’orbita del calcio che conta. Dopo aver disputato due ottime stagioni allo Spezia, con la crescita esponenziale in quella scorsa (2024/2025), con 19 gol e una quasi promozione in Serie A, l’Inter ha richiamato alla base il suo gioiello di un metro e novantuno. La regia del Christian Chivu è stata fondamentale per la permanenza di Pio, dal momento che fu proprio il nuovo tecnico dei nerazzurri a lanciarlo ai tempi della Primavera, nella stagione 2022/2023, sempre con quella maglia. Ad oggi siamo solo ad ottobre ma tutto lascia pensare che la scelta di puntare su Esposito Jr. stia già pagando tutti i dividendi: un gol a giugno contro il River Plate al Mondiale per Club, il primo gol in Serie A contro il Cagliari lo scorso 27 settembre e tante giocate di qualità e di sacrificio per la squadra. La Milano nerazzurra ha già un nuovo idolo.

Tuttavia, il momento che ha emozionato di più e che ha coinvolto tutto il Paese è arrivato l’11 ottobre 2025, a Tallinn, nella gara tra l’Italia e l’Estonia, valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali del 2026: il primo gol in Nazionale, dopo l’esordio a Bergamo, nella gara casalinga contro la nazionale baltica. Un lampo azzurro nel freddo del Nord, un tiro di destro, di controbalzo, su un bellissimo cross teso di Leonardo Spinazzola, a coronamento di una gara di sacrificio, di corse all’indietro a proteggere e a pulire palloni e a smistarli dopo aver già fatto salire in avanti la squadra. Questa è la caratteristica di questo ragazzo che balza maggiormente all’occhio, oltre ad una naturale presenza fisica in area che è spesso garanzia di gol. Il gol, però, è solo una delle tante cose giuste che Francesco Pio Esposito mette in pratica durante una partita di calcio, sia che essa duri novanta minuti, sia settantacinque, sia mezz’ora.
Nel post-gara di Ajax-Inter, la prima in Champions League, il giovane Pio, ai microfoni di Sky Sport ha dichiarato di ispirarsi a Dzeko che, ad Appiano gentile avrà visto spesso negli anni in cui il fuoriclasse bosniaco ha indossato la maglia nerazzurra. La capacità di abbassarsi a ricevere palla per poi smistarla richiama le giocate dell’attuale centravanti della Fiorentina. I paragoni, però, non finiscono qua – e, paradossalmente, non è mai una cosa troppo ben augurante – perché c’è un Nove che per l’Inter e la Nazionale rappresenta un’istituzione anche se non ha vinto un granché. Si tratta di Bobo Vieri, autore di 103 reti in maglia nerazzurra nonché miglior marcatore della Nazionale Italiana ai Mondiali con 9 reti, insieme a Roberto Baggio e Paolo Rossi. A Pio, gli amanti del Fútbol augurano questo ed altro e magari, può aiutare il fatto che il suo numero di maglia non è il 9 bensì il 94, come il numero del suo campetto giù a Castellammare di Stabia.

Francesco Pio Esposito, oggi più di tutti, ha il volto di quella parte del Rione Cicerone felice e sorridente, che ha sì trovato terreno fertile altrove per germogliare ma non smette di pensare e di voler far crescere anche la sua terra d’origine, che lo aspetta e chissà che non possa arrivarsi a coronare questo ennesimo sogno.

Fonte foto: pagina ufficiale X Nazionale Italiana