Amarcord – Dal gol di Renica al 119′ alla magia di Stoccarda: il ricordo della coppa UEFA 88/89

Il 17 maggio del 1989, 33 anni fa, il Napoli trionfava in Coppa Uefa. Si tratta del terzo trofeo internazionale conquistato dagli azzurri nella propria storia, dopo la Coppa delle Alpi del 1966 e la Coppa di Lega Italo-Inglese del 1976. Dai Trentaduesimi di finale contro il Paok Salonicco, sino alla Finale contro lo Stoccarda, fu una cavalcata lunga, intensa e trionfale quella degli uomini allenati da Ottavio Bianchi e ovviamente trascinati dal talento innato del Dio del Calcio Diego Armando Maradona, che riuscirono ad avere la meglio su avversari molto ostici e anche a fronteggiare con grande personalità diversi ostacoli che si vennero a presentare lungo il loro cammino.

Oltre a D10S, furono grandi protagonisti, su tutti, Careca, Carnevale e Alemao, ma fu tutta la squadra a dare un grosso contributo; senza dimenticare lo straordinario apporto da parte della tifoseria, sia in casa che in trasferta. Il trionfo europeo arrivò nel bel mezzo del ciclo vincente del Napoli tra fine anni 80 e inizio anni 90, dopo il “double” Scudetto-Coppa Italia nella stagione 1986/1987 e prima del secondo Scudetto e della Supercoppa Italiana vinte nel 1990. Un trionfo che segnò anche il riscatto dopo la grande delusione per il Tricolore perso nella stagione precedente, che gli azzurri sembravano avere in pugno prima di un clamoroso ed inaspettato crollo nelle ultime 5 giornate di campionato.

La Coppa Uefa era, a quei tempi, una competizione di straordinaria importanza, alla quale prendevano parte formazioni dall’alto tasso tecnico e, considerato che all’epoca ad avere accesso alla Coppa dei Campioni (odierna Champions League) erano soltanto le squadre vincitrici dei singoli campionati nazionali, sicuramente questo torneo era ancor più competitivo rispetto all’odierna Europa League.

Il debutto avviene il 7 settembre 1988 al San Paolo contro il Paok Salonicco nell’andata dei Trentaduesimi di Finale. L’impianto di Fuorigrotta era pieno così come quasi in ogni singola gara all’epoca e il Napoli si impone per 1-0 grazie a un calcio di rigore trasformato da Maradona. Nella gara di ritorno in Grecia, gli azzurri conquistano la qualificazione grazie ad un pareggio per 1-1 e danno una grande dimostrazione di forza e compattezza riuscendo a mantenere i nervi saldi nel clima infernale e ostile dello stadio Toumba di Salonicco, non mettendo praticamente mai in discussione il passaggio del turno. Il gol qualificazione è firmato dall’asse Carnevale-Maradona-Careca, con proprio il brasiliano ad andare in rete, mentre ininfluente ai fini della qualificazione sarà il gol del pareggio dei greci.

Ai Sedicesimi di Finale l’avversario è la Lokomotiv Lipsia, l’andata allo Zentralstadion è una trasferta molto ostica per il Napoli, che però dopo essere andato in svantaggio, riesce con un gol di testa di Francini, su cross di Careca, a conquistare un prezioso 1-1 in vista della gara di ritorno al San Paolo. A Fuorigrotta, in una serata fredda e piovosa, i partenopei dominano e vincono per 2-0 ottenendo il pass per gli Ottavi di Finale dinanzi ad oltre 55 mila spettatori. Il primo gol è siglato ancora una volta di testa da Giovanni Francini su calcio di punizione battuto da Maradona, mentre il raddoppio arriva su un’autorete della compagine tedesca.

Agli Ottavi di Finale ad attendere Maradona e compagni ci sono i francesi del Bordeaux. La gara d’andata si gioca nel gelo del Chaban-Delmas ed è un gol di Carnevale a regalare al Napoli una meritata vittoria per 1-0 in Francia, che spalanca le porte per i Quarti di Finale: un parziale che complessivamente sta stretto agli azzurri per le tante occasioni create nel corso del match. Dopo questa vittoria esterna, nell’ambiente inizia sempre di più a maturare la consapevolezza di come quel Napoli avesse tutte le carte in regola per arrivare in fondo alla competizione e il sogno inizia a prendere forma. Per questo nella partita di ritorno con il Bordeaux, il pubblico del San Paolo accoglie in campo i propri campioni con una spettacolare coreografia. Il campo regala poche emozioni, il risultato finale è uno 0-0 con la qualificazione mai messa in discussione. Il fischio finale è accompagnato dall’ovazione dei tifosi presenti sugli spalti.

Ai Quarti di Finale l’avversario non è banale, il destino mette di fronte Napoli e Juventus. Sulla doppia sfida tutta italiana si crea tanta attesa e trepidazione. Nella gara d’andata un Napoli deludente perde 2-0 a Torino con un gol di Bruno e una clamorosa autorete di Corradini. Ma la quasi convinzione che il tutto sia compromesso è soltanto ciò che precede la storia. Nonostante la montagna da scalare, il San Paolo la notte della gara di ritorno ribolle di passione ed è pieno in ogni singolo ordine di posto: oltre 80 mila i cuori azzurri presenti sugli spalti per trascinare i propri eroi verso il miracolo. A ridare speranza è la perfetta realizzazione di Maradona dagli 11 metri nei primi minuti di gioco. Sul finire della prima frazione di gioco, dopo un gran pallone recuperato a centrocampo da Alemao, è una splendida conclusione dalla distanza di Carnevale a mettere la situazione in totale parità. I 90 minuti regolamentari si concludono sul risultato di 2-0 e si va ai tempi supplementari, durante i quali si prosegue sui binari dell’equilibrio. Sembra scontato che l’esito di questo Quarto di Finale sarà decretato dai calci di rigore, ma al minuto 120, su cross di Careca, arriva il colpo di testa di Alessandro Renica, che segna e scatena l’esplosione e l’apoteosi totale!! E’ successo!! Il Napoli elimina l’odiata nemica di sempre e si qualifica per le Semifinali di Coppa Uefa!! Emozioni che rimarranno per sempre scolpite nei cuori di chi ha avuto la fortuna di viverle.

A quel punto squadra e tifosi tutti focalizzati su un unico obiettivo: vincere la Coppa Uefa. In Semifinale gli azzurri affrontano il Bayern Monaco e nella partita d’andata è nuovamente un San Paolo stadio gremito ad accompagnare gli azzurri verso un’altra grande vittoria, che rappresentò un passo fondamentale verso la Finale e la storia. Il Napoli si impone per 2-0, con un gol di Careca nella prima frazione di gioco e un gran colpo di testa di Carnevale nella ripresa, con Maradona assistman in entrambe le segnature, nonostante le condizioni fisiche non ottimali. In vista della gara di ritorno, a Monaco di Baviera è invasione azzurra! Oltre 20 mila i tifosi del Napoli presenti all’Olympiastadion, provenienti da tutta Italia e da ogni parte del mondo. Lo spettacolo è già nel pre partita, quando nel corso del riscaldamento Diego si scatena iniziando a palleggiare sulle note di “Live is Life”, lo fa mostrando il suo infinito bagaglio tecnico e mandando i napoletani in visibilio, ma anche i tedeschi realizzano di avere dinanzi ai loro occhi il Dio del calcio e, rimasti incantati dinanzi a tale spettacolo, non possono far altro che ammirare ed applaudire.

Proprio in onore di quest’avvenimento, ancora oggi nelle gare interne del Napoli al San Paolo/Maradona, al momento dell’ingresso in campo dei calciatori azzurri per il riscaldamento parte la canzone “Live is Life”. I partenopei dominano la doppia sfida contro i bavaresi ed infatti mai fu messo in discussione il passaggio in Finale. La gara termina sul 2-2, con doppietta di Careca su altri due assist di Maradona. Due reti frutto di azioni iconiche a firma di una coppia capace di mettere in atto ciò che di meglio il Football potesse offrire.
In Finale gli uomini di Bianchi, si trovano ad affrontare per la terza volta nel corso della competizione una squadra tedesca, che questa volta è lo Stoccarda. L’andata si gioca nella bolgia del San Paolo il 3 maggio 1989. Nel primo tempo la gara si mette male, va in vantaggio lo Stoccarda con un gol di Gaudino, napoletano d’origine, su un’indecisione di Giuliani.

Il Napoli ha una veemente reazione e attacca con grande intensità, crea tante occasioni da gol ma la porta sembra stregata, fin quando al minuto 67 Maradona realizza dal dischetto e pareggia. Il gol vittoria arriva al minuto 87, segnato da Careca, su assist, tanto per cambiare, del fuoriclasse argentino. Il San Paolo esplode ma in maniera contenuta, perchè resta tutto da giocare nella gara di ritorno a Stoccarda. E’ nuovamente un esodo partenopei ad accompagnare gli azzurri in terra tedesca, questa volta verso il trionfo. Al Neckarstadion comandano i tifosi del Napoli, è quasi tutto loro lo stadio e danno spettacolo a suon di cori e incitamenti ai propri beniamini, bandiere e striscioni azzurri sono presenti in ogni settore. Il Napoli scende in campo con un 4-3-1-2 composto da: Giuliani – Ferrara, Corradini, Renica, Francini – De Napoli, Fusi, Alemao – Maradona – Carnevale, Careca. Il Napoli gioca una partita eccezionale e va in vantaggio nei primi minuti di gioco con Alemao, poi segna Klinsmann e la situazione si riapre, ma sul finire della prima frazione su un geniale cross di testa di Maradona, Ciro Ferrara si fa trovare pronto sottoporta e segna il gol del 2-1, che dà la quasi certezza del trionfo finale. A chiudere i giochi è ancora una giocata spettacolare del duo Maradona-Careca, Diego serve magistralmente il centravanti brasiliano che supera l’estremo difensore della formazione tedesca con uno scavetto e mette in rete il 3-1. Alla fine la partita si conclude 3-3, i due gol dello Stoccarda nel finale sono frutto soprattutto del fatto che la testa è già ai festeggiamenti. Il fischio del direttore di gara scatena la festa in campo e sugli spalti e l’apoteosi di tutto il popolo napoletano presente a Stoccarda; la festa intanto impazza anche per le strade di tutta Napoli. E’ fatta!! 17 maggio 1989: Il Napoli è sul tetto d’Europa!!