Pillole di Calcio – Lukaku, Pogba, Di Maria e il caso “Mertens-Koulibaly”. Il punto su un mercato più che mai dipendente dal costo “zero”

Nella Serie A precedente ben dodici squadre su dieci si presentarono ai nastri di partenza con una nuova guida tecnica e tra queste spiccavano, naturalmente, Napoli, Inter, Juventus, Roma e Lazio. Infatti, la consapevolezza di non poter puntare a fare spese folli per i cosiddetti top player portò la gran parte delle squadre di casa nostra a dover valorizzare di più e meglio i calciatori già presenti in rosa anziché sostituirli con dei nuovi. Quest’anno, invece, solo cinque squadre cominceranno il campionato con un nuovo allenatore, vale a dire la neopromossa Cremonese di Massimiliano Alvini, l’Empoli, affidato a Paolo Zanetti, lo Spezia di Luca Gotti, l’Udinese di Andrea Sottil e, infine, il Verona di Gabriele Cioffi. La situazione legata alle panchine, dunque, è quanto mai tranquilla, con le squadre di prima fascia che hanno mantenuto fede alle scelte di un anno fa.
E così, in uno scenario come quello italiano dove “sostenibilità” è la parola da ripetere a gran voce, a tenere banco è, di nuovo, il mercato dei calciatori e, in particolare, di una categoria sempre più predominante, quella dei parametri “zero”. In principio fu Roberto Baggio – passato dall’Inter al Brescia nell’estate del 2000 –, poi toccò a Cafù e Cambiasso, che approdarono, rispettivamente, al Milan e all’Inter. Il ciclo vincente della Juventus post-Calciopoli deve tanto alle operazioni Pirlo e Pogba, giunti nell’arco di un anno all’ombra della Mole a titolo gratuito; nello stesso periodo, all’ombra del Colosseo, invece, sbarcava il capocannoniere della storia della Coppa del Mondo, Miroslav Klose, preso a zero dalla Lazio dopo l’esperienza al Bayern Monaco. Un’estate fa, invece, il miglior calciatore dello scorso campionato europeo, vale a dire il portiere Gigio Donnarumma, dopo la scadenza del suo contratto con il Milan, si trasferì al Paris Saint Germain che, poco dopo, si sarebbe assicurato anche Sergio Ramos e Lionel Messi, naturalmente senza pagarne i cartellini. Anche quest’anno la telenovela sugli affari a costo “zero” continua con un’ambientazione diversa perché non è più Parigi a fare da sfondo bensì l’Italia.

Cominciamo dal Milan, fresco vincitore dello scudetto. I Rossoneri hanno cominciato la stagione con l’handicap delle scadenze di contratto dei principali artefici del miracolo tricolore, vale a dire i dirigenti Maldini e Massara, la cui firma per il prolungamento fino al 2024 è, alla fine, arrivata ma con un inevitabile slittamento dei lavori sul parco calciatori. A proposito di calciatori: risale allo scorso inverno la decisione di non rinnovare i contratti di uomini simbolo come il capitano Romagnoli e, soprattutto, del “presidente” Frank Kessié, fresco sposo del Barcellona. Chi, però, di “zero” si ferisce, di “zero” usufruisce. Infatti il Milan si è assicurato le prestazioni di Divok Origi, attaccante ex Liverpool, grande protagonista nella cavalcata degli uomini di Klopp nella Champions League del 2019, poi vinta anche grazie ad un suo gol in finale. Allo scorso inverno risalgono anche i contatti per portare il difensore Sven Botman e il centrocampista Renato Sanches in rossonero ma i rallentamenti in dirigenza delle scorse settimane hanno avuto delle ripercussioni importanti su due operazioni dalla risoluzione delicata ma non impossibile. Botman, adesso, è un nuovo calciatore del Newcastle, ma poco male, perché il Milan, che come titolare al fianco di Tomori ha scoperto Kalulu, potrebbe dirottare i 40 milioni, richiesti dal Lille per il difensore, sullo stesso Renato Sanches, per il quale sembrava deciso l’affondo del PSG ma che alla fine sembra essersi riavvicinarsi ai campioni d’Italia. Non solo, perché obiettivi conclamati del diavolo sono anche il trequartista Charles De Ketelaere del Bruges e l’ala destra Ziyech del Chelsea, per i quali sono attesi sviluppi concreti nei prossimi giorni.

Milan, dunque, che è destinato ad accelerare le proprie operazioni in entrata in quello che è, però, un inseguimento all’Inter e alla Juventus, vere e proprie protagoniste di questa prima parte di trattative estive. Il mercato di giugno – formalmente non aperto ma cruciale per imbastire prima e concludere poi i primi grandi colpi – è stato fortemente colorato di nero e azzurro, con l’Inter che ha messo a segno ben cinque colpi prima del ritiro estivo ma non solo. Sin dallo scorso mercato, fatto di addii eccellenti e incassi destinati a ripianare un bilancio problematico, l’unica certezza è legata alla partenza di ulteriori top player della rosa. All’inizio si è parlato di Bastoni, tuttavia, man mano che si raffreddavano le piste che portavano l’azzurro verso altri lidi, si riscaldava quella di Skriniar verso Parigi. Al momento è il muro slovacco il primo indiziato a lasciare la Pinetina. Di fatto, però, i tifosi hanno già salutato un totem, perché Ivan Perisic, probabilmente il calciatore più disequilibrante della passata stagione, ha preferito non rinnovare con i Nerazzurri per ritrovare un vecchio mentore come Antonio Conte e riprendere, al Tottenham, il percorso vincente dei fasti milanesi. In entrata, sembrava fatto l’arrivo della Joya Paulo Dybala ma, proprio quando si stava per mettere nero su bianco, ha cominciato a concretizzarsi uno scenario impossibile anche solo poco più di un mese fa, ossia il ritorno di Romelu Lukaku. Il calciatore belga, accasatosi al Chelsea meno di un anno fa e protagonista di una stagione anonima (ma questo è un eufemismo) ha, praticamente da solo, ammorbidito la nuova proprietà londinese convincendola a lasciarlo partire in prestito dietro il pagamento, da parte dell’Inter, di una cifra vicina ai dieci milioni. Un colpo di mercato assolutamente inedito, dal momento che Big Rom è stato pagato dall’allora presidente Abramovich 115 milioni di euro. Si ricompone, dunque, la coppia con Lautaro Martinez, per il quale sono comunque sempre verdi le voci che lo vorrebbero lontano da Milano. Lukaku troverà, tra gli altri compagni, il nuovo portiere Onana e l’ex Roma Mkhitaryan – arrivati entrambi a parametro zero –, l’esterno Raul Bellanova e il vice-Brozovic Kristjan Asslani. Da capire se aumenteranno i margini per portare comunque Dybala ad Appiano Gentile e, soprattutto, quello che adesso pare essere l’obiettivo numero uno di Marotta e Ausilio, ovverosia Gleison Bremer del Torino, miglior difensore della scorsa Serie A, con cui c’è un accordo da gennaio e per il quale si dovrà trovare la quadra con il Toro, non appena l’Inter avrà messo a segno un colpo in uscita, verosimilmente Skriniar o Pinamonti.

Il mercato della Juventus, invece, ha tutte le fattezze dell’ora o mai più o, se preferite, dell’all-in, dopo averne messo a segno uno molto importante lo scorso gennaio pagando 75 milioni per Vlahovic, ma con vista sul quarto posto. Adesso, invece, con il posto Champions raggiunto, l’esigenza primaria della Vecchia Signora è ritornare al vertice, almeno in Serie A. Motivo per il quale, salutati Dybala, Bernardeschi, Morata e, soprattutto, il capitano Giorgio Chiellini alla Juve sono pronti a ricominciare da zero, coi parametri zero – proprio come un decennio fa – e ancora una volta da Paul Pogba. Il campione francese è tornato a vestire di bianconero dopo aver indossato la casacca del Manchester United, dopo sei anni in chiaroscuro nei quali ha pagato l’involuzione generale del movimento Red Devils. Nel frattempo, però, non pare scalfita la leadership di un calciatore che, comunque sia, dimostra continuamente di essere trascinante e dominante nei contesti dove si trova bene emotivamente, prima che tatticamente, come ad esempio nella Francia campione del mondo di Deschamps. Non solo, perché la Juve ha anche accolto un altro campione, ossia il Fideo Angel Di Maria che, dopo la scadenza del suo contratto con il PSG, ha scelto Torino per quello che dovrebbe essere il suo ultimo Tango nel continente europeo, prima del ritorno, già annunciato, in patria, al Rosario Central. Basterebbero già questi due nomi ad indirizzare i pronostici per il prossimo campionato, ma è pressoché certo che se ne aggiungeranno altri: il primo, in ordine di tempo, dovrebbe essere Zaniolo, col quale c’è già un accordo e per il quale è imminente quello con la Roma; a seguire, il ds Cherubini, dovrà chiudere per almeno un difensore, perché dopo aver salutato Chiellini, sta per andare via anche De Ligt, sul quale il Bayern Monaco sembra aver messo la freccia e che potrebbe far suo per una cifra vicina ai 90 milioni di euro. Per sostituirlo è stato fatto, con insistenza, il nome di Kalidou Koulibaly, ma è volontà sia del giocatore che del Napoli far sì che non vesta il bianconero. Ma come?

Il club partenopeo vuole, certamente, trattenere il comandante, rinnovando il contratto in scadenza l’anno prossimo e facendo una deroga rispetto al tetto salariale dettato dalla società e, soprattutto, è intenzione del neo-capitano quella di aspettare la proposta Napoli prima ed eventualmente poi di ascoltare le richieste di altri club, dai quali dovrebbe, con ogni probabilità, essere esclusa la Juventus, secondo un principio d’amore e attaccamento all’attuale club. Sentimenti, questi, che hanno caratterizzato anche il rapporto con Dries “Ciro” Mertens, un rapporto che sembrerebbe giunto al capolinea perché, a quanto pare, la proposta che il club avrebbe presentato tempo fa al belga era rigidamente in linea con i paletti societari, e per nulla con quelli del suo enturage. Vedremo come si evolverà la questione ma è sempre più probabile vedere un Napoli orfano della sua anima emotiva e tecnica, ovverosia con Mertens e, va ricordato, Insigne, lontano dal Vesuvio. Proprio per questo motivo il rinnovo di Koulibaly è cruciale per i destini della squadra di Spalletti, in primis perché è una richiesta non nascosta del tecnico di Certaldo e secondo, perché il popolo ha bisogno di non vedere allontanarsi l’ultimo giocatore “unico” nel suo genere, dopo Mertens, per l’eccellenza nell’interpretare il ruolo e per la capacità, anch’essa ottima, di fidelizzare una piazza che sa regalare amore come poche. Un amore che dovranno guadagnarsi i nuovi acquisti Kvicha Kvaratskhelia e Mathías Olivera, pronti ad infiammare la fascia sinistra e l’intero stadio Maradona. Restano sempre caldi, infine, i nomi di Deulofeu e Solbakken, in avanti, e quello di Ostigard in difesa, ma va tenuta d’occhio anche la pista che porta al fresco vincitore dell’Europa League Filip Kostic.

Questi dunque, gli scenari più importanti, anche solo potenzialmente, del nostro campionato, al netto di un mercato che vede muoversi anche le altre squadre qualificatesi per l’Europa, con le romane a muoversi più in modo oculato che lento e la Fiorentina che, dopo qualche incertezza sul prosieguo del matrimonio con il tecnico Italiano, si è scrollata tutte le incertezze di dosso e si è messa in moto portando sotto la Fiesole calciatori come Gollini, che difenderà i pali della Viola dopo l’anno anonimo al Tottenham, il centrocampista napoletano Rolando Mandragora, l’ex Shakhtar Dodò e, soprattutto, la punta ex Real Madrid Luka Jovic, pronto a rilanciarsi a Firenze. Ritornando in Campania, invece, sembra avere le idee molto chiare il nuovo ds della Salernitana Morgan De Sanctis, che si è assicurato le prestazioni di Lovato, difensore ex Atalanta, al quale è andato Ederson, decisivo per la salvezza dei Granata dello scorso campionato. In attacco, invece, è pronto a far innamorare la piazza il socio di Haaland nella nazionale norvegese Botheim, che nella scorsa Conference League ha creato non pochi problemi alla Roma. Proseguono, invece, i contatti con la Sampdoria per portare Thorsby e Bonazzoli a Salerno, con quest’ultimo, pronto a ripetere l’ultima buona stagione all’Arechi.
Per concludere, due parole per il neo-promosso Monza del duo Berlusconi-Galliani che sta allestendo una squadra pronta a ricoprire un ruolo importante nel prossimo campionato, grazie agli acquisti, già ufficializzati, di Cragno, Ranocchia, Sensi, Pessina, Carboni, Birindelli. Sullo sfondo, sono, infine, sempre molto concrete le possibilità di vedere in maglia rossa Pinamonti, Marlon e Candreva.

Fonte foto: pagina ufficiale Instagram Kalidou Koulibaly