Juventus-Napoli, Conte in vista del match dello Stadium: “Emozionante tornare da avversario. Ecco qual è la nostra arma vincente…”

A due giorni dall’attesissimo match dell’Allianz Stadium tra Juventus e Napoli, il tecnico azzurro è intervenuto nella consueta conferenza stampa di vigilia. Tra i temi trattati, naturalmente: il rapporto d’amore con gli avversari bianconeri, la stima per Thiago Motta, il lavoro settimanale con il Napoli e, naturalmente, un pensiero per Totò Schillaci. “Prima di iniziare vorrei rivolgere un piccolo pensiero per la scomparsa di Totò Schillaci, a soli 59 anni viene a mancare un calciatore ed una persona soprattutto per noi del Sud che è un po’ l’emblema, una persona che ce l’aveva fatta ad arrivare in alto, rappresentava per noi tutti un grande esempio. Sono davvero rattristato e dispiaciuto, ho avuto la fortuna di giocare con lui alla Juve quando avevo 21 anni, lui era già affermato. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Sulla partita tra Juventus e Napoli
Ogni partita vale tre punti. Stiamo cercando tutti la quadra ma c’è anche la necessità di vedere buone prove e fare punti perché questi valgono a fine anno. Mi aspetto di dare continuità, di crescere, sotto tanti punti di vista, non fermarci a pensare cosa è stata l’ultima partita e non illuderci perché ogni santa partita per noi è un test”. Oggi partiamo da due livelli diversi. Rispetto all’anno scorso ci sono 18 punti da recuperare ma sicuramente entrambe avranno voglia di rivalsa. Non penso che una squadra come la Juve possa accontentarsi di arrivare terza ed a distanza siderale dall’Inter, noi non possiamo pensare di finire 20 punti dietro loro, il Milan e 40 dall’Inter. Partiamo da differenti livelli di partenza, ma ci auguriamo al ritorno in casa nostra che si possa parlare con maggiori certezze”.

Sul rapporto con la Juventus dopo il passato in bianconero
“È inevitabile, la mia storia parla chiaro, tredici anni alla Juve da calciatore, sono stato capitano per diversi anni, vincendo praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di allenare tre anni in un periodo difficile della Juve, aprendo un ciclo di nove anni di scudetti. Faccio parte della storia della Juventus per ciò che ho fatto e dato, è inevitabile da calciatore per ognuno di noi è più semplice, puoi anche scegliere di restare per sempre. Mi riferisco qui a Bruscolotti a Napoli, Maldini, Baresi, Antonioni, Totti ecc. da allenatore è molto difficile, impossibile che sia tu a decidere la tua carriera. Oggi ho il piacere davvero immenso di allenare una squadra come il Napoli, per me che sono del sud è orgoglio e soddisfazione. Ci sarà grande emozione nel tornare in quello stadio”.

L’aspetto fisico e tattico
“Qualcosa è cambiato rispetto all’anno scorso, c’erano 12-14 giocatori in uscita, 7 in entrata, è cambiata la scelta di alcune caratteristiche. L’aspetto fisico è importante nel calcio di oggi. Il calciatore top deve essere forte, veloce e resistente, la qualità non la consideri perché deve esserci. Noi dobbiamo essere una squadra forte, veloce e resistente, ci stiamo lavorando, ci sono stati cambiamenti, ci sono elementi nuovi che stiamo inserendo su quella base di 10-12 giocatori che abbiamo scelto col club di confermare”.

Sul rivale Thiago Motta, oggi tecnico della Juve e sulle coppe da disputare
“Raccoglie un’eredità pesante come quella di Allegri. Non è una cosa banale allenare lì, c’è richiesta di vittoria, come al Milan o all’Inter. È stato un mio calciatore con la nazionale agli Europei, mi fa anche sorridere, ma anche rattrista un po’ perché sto diventando vecchio. È un ragazzo serio, bravo. A Bologna ha fatto benissimo e quindi gli auguro il meglio dal punto di vista umano ma non nelle partite contro di noi.
Sulle coppe sapete che io dico sempre la verità: c’è un vantaggio e uno svantaggio. Per me che sono al primo anno mi dà modo di lavorare di più, altrimenti con tre partite il lavoro è ridotto. Non nego che c’è l’aspetto positivo di lavorare, lo svantaggio è che senza coppe fai una rosa che non è competitiva come quelle per l’europea. Anziché 25-26 elementi ne hai 17-18″.

L’inserimento di McTominay, Gilmour e Neres
“Più tempo passa e più entrano dentro la nostra idea, con David abbiamo lavorato durante la sosta mentre con Billy e Scott abbiamo lavorato dieci giorni. Nonostante ciò, stanno capendo l’idea di calcio che vogliamo fare. Si adattano alla tipologia di lavoro anche dal punto di vista fisico, metabolico, di forza, cosa chiede il tecnico, sono contento perché sono ricettivi e possono darci un buon contributo”.

Il Napoli subisce ancora molto dietro. Sullo spirito di gruppo
“Tutti vorremmo la partita perfetta, far 4 gol e non far tirare gli avversari, mi auguro di arrivarci a questo dominio senza lasciare occasioni, ma è difficile. Il campionato italiano è molto tattico, tutti studiano gli avversari, ci sta di lasciare agli altri di attaccare, fa parte del gioco. Io metterei la firma per subire però un solo gol nelle ultime tre partite come è successo. L’arma vincente non solo del Napoli di due anni fa, sarà sempre quella di tutti i gruppi che puntano a qualcosa di importante. Io vi dissi che ho trovato un gruppo perbene, senza chi pensa con egoismo e quindi su questo è molto più semplice cercare di insistere su alcuni tasti e lo spirito di gruppo si costruisce nel percorso, soprattutto nelle cadute e c’è da tirare fuori lì le cose negative ed affrontarle, come accaduto a Verona con onestà. Meglio una brutta verità che una bella bugia che alla fine viene a galla, quando ci incontreremo dopo anni dovremo sempre guardarci negli occhi, come dico sempre ai ragazzi”.

Foto: SSC Napoli