Occhio A – Chi è Kosta Runjaic, l’allenatore sconosciuto che ha sorpreso la serie A: l’idea di calcio che veste l’Udinese

Il 14 giungo 2024 L’Udinese di Gino Pozzo sorprende tutta la serie A, comunicando di aver ingaggiato un allenatore fuori dai radar europei, ai più, probabilmente, uno sconosciuto. Si tratta di Kosta Runjaic, allenatore sedutosi sulla panchina del Legia Varsavia, squadra polacca con cui ha conquistato una Coppa nazionale e una Supercoppa. Una scelta certamente “ambigua”, specie se si pensa a far partire un nuovo ciclo, in un calcio spesso abituato ad investire sui nomi guardandosi attorno, cioè in Italia o quanto meno nel calcio europeo di nomi più altisonanti. Tanto che, in una serie A composta soltanto di tre allenatori stranieri – tra questi Fàbregas e Fonseca che hanno però avuto modo di confrontarsi già col nostro calcio -, Runjaic appare come una vera e propria scommessa. E Gino Pozzo ci punta su, servendosi dell’aiuto di Claudio Vagheggi, suo uomo di fiducia: il gancio ideale per stringere contatti con Alen Augustincic, procuratore dell’allenatore di 53 anni.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo molto giovane a causa di un brutto infortunio, infatti, Runjaic cominciò a collaborare con Aston Villa, Fenerbahçe e Barcellona. Poi le esperienze da primo allenatore a partire dal 2010. La promozione col Darmstadt, dalla terza serie alla Zweite Bundesliga; e ancora Duisburg e Kaiserslautern, dove si distingue (con la formazione più giovane dei primi due campionati tedeschi) per aver raggiunto la finale di Coppa di Germania, superando Hertha Berlino e Bayer Leverkusen, arrendendosi soltanto al Bayern Monaco di Pep Guardiola.

L’impatto con la stampa. Si presenta con parole che hanno subito un impatto notevole, sia con l’ambiente friulano che con la stampa italiana, mettendo subito in chiaro quali sono i pilastri del suo modo di vedere il calcio: possesso palla, intensità e organizzazione dei suoi uomini. Il tutto seguendo Klopp (il suo idolo) sin ai tempi del Mainz, e a tal punto da frequentarne in maniera assidua gli allenamenti, traendo spunti interessanti per creare una propria filosofia. Tra quelli che ammira, però, c’è anche una punta di Italia: una punta di diamante come Arrigo Sacchi.
Ma nella conferenza di presentazione Kosta Runjaic preferisce mettere in chiaro le proprie origini, diversamente da quanto si possa leggere su internet. Nazionalità tedesca, certo, ma c’è qualcosa in più: alla stampa dice di sentirsi jugoslavo. D’altronde lui, nato a Vienna ma cresciuto a Russelsheim sul Meno, non si considera soltanto croato – perché lì in Croazia, e precisamente a Zagabria, ha dei parenti -, e neanche serbo visto che fino ai tre anni ha vissuto con la nonna in una cittadina vicino Belgrado. Avendo parenti anche in Dalmazia (Curzola), così in Bosnia e altre regioni limitrofe, non può che considerarsi jugoslavo. E perché, se ad esempio si considerasse il fatto che sia cresciuto vicino Belgrado, allora ad oggi dovrebbe essere serbo. Una nazionalità da cui prende le “distanze” soltanto per dovere di cronaca, perché “se seguissimo certi luoghi comuni radicati nel tempo, da serbo dovrei avere rapporti complicati con gli albanesi; e questo non è vero perché al Legia ho avuto calciatori albanesi con cui mi sono trovato una meraviglia”.
Con l’umiltà di chi ci tiene a fare chiarezza per evitare inconvenienti, mettendo già dall’inizio i puntini sulle i ma con profonda educazione e con profondo rispetto, sa bene cosa significa farsi da solo. Kosta Runjaic, che sin da piccolo ha sempre e solo vissuto per il calcio, è passato dal vendere assicurazioni al ritrovarsi in serie A, suscitando – da buoni scettici italiani – non poche perplessità. E pure su questo sa però sorprende con una frase che lascia stupiti, sottolineando che quando Kennedy, nel 1958, disse che dieci anni dopo si sarebbe finiti sulla luna, nessuno ci credeva; eppure fu. E che, dunque, i fatti sono più importanti delle parole.

I fatti di Kosta Runjiaic all’esordio in A e la sua filosofia di calcio: le prime considerazioni

I fatti, dunque, non mentono mai. E i fatti, oggi, parlano di un’Udinese che nelle prime tre gare stagionali ha collezionato ben 7 punti, ritrovandosi davanti a squadre come Napoli, Lazio, Milan, Roma e Atalanta, nonché quel Bologna che pure è all’inizio del nuovo ciclo targato Italiano. Quattro gol segnati, due subiti e, dopo l’esordio finito in parità proprio contro gli emiliani, una vittoria sulla Lazio di Baroni ed una di misura sul Como di Fàbregas – in un duello tra due allenatori su cui sono puntati gli occhi per vedere cosa sono in grado di fare.

Come già ribadito in precedenza, la sua filosofia di calcio è caratterizzata da possesso palla, organizzazione di squadra, ma anche un certo tipo di calcio che va ad aggredire gli avversari, come s’è già potuto notare da alcune uscite stagionali. E non solo. A questi princìpi di gioco si aggiunge un aspetto fondamentale, quello della valorizzazione dei giovani, col tecnico che ha dichiarato quanto ad Udine abbia trovato un perfetto connubio tra calciatori giovani ed esperti. Già dai tempi del Monaco 1860, nel 2016, lancia giovani come Florian Neuhaus e Felix Uduokhai, oggi rispettivamente in Bundesliga e nella Turkish league. Inoltre quando si trasferisce in Polonia, nel 2017 al Pogon Stettino, è lui a lanciare Sebastian Walukiewicz, attualmente in forza al Torino di Vanoli e Adrian Benedyczak, attaccante del Parma che l’anno scorso ha collezionato ben 10 reti in 31 presenze stagionali.

Non c’è dubbio, comunque, sul fatto che alcuni dei suoi princìpi di gioco e alcune indicazioni tattiche siano emersi già con evidenza nelle prime uscite stagionali in serie A. Il modulo che sta plasmando la nuova Udinese sembra ormai essere definito: l’impostazione nasce da una difesa a tre, con un centrocampo composto da quattro uomini; infine, due uomini alle spalle di un’unica punta nel più propositivo dei 3-4-2-1 – lo stesso utilizzato sinora anche da Antonio Conte al Napoli.
Dando un occhio alle statistiche, inoltre, non c’è dubbio che quell’aggressività a cui aspira la squadra di Kosta Runjaic sia già a buon punto: ben il 48.8% di contrasti vinti a partita, una media di circa 53.3 contrasti – tra questi 38.3 vinti a terra e 15 nei duelli aerei. A ciò s’aggiunge l’alta percentuale di passaggi effettuati di media con precisione nella propria metà campo (circa 131) e in quella avversaria (circa 87). E c’è già chi in questo modulo si esalta, in primis Florian Thauvin: l’attaccante francese di 31 anni, che gioca solitamente insieme a Brenner nel duo che supporta l’unica punta Lorenzo Lucca, sembra essere rinato. Con all’attivo soltanto 5 gol la scorsa stagione, quest’anno – tolto il calcio di rigore sbagliato a Bologna – ha già collezionato un gol e un assist, a cui va aggiunto il doppio assist e la rete siglati contro l’Avellino in Coppa Italia.

Accenni sulle prime uscite staginali. Uno stile di gioco propositivo come quello del tecnico jugoslavo, com’è risaputo, rischia di lasciare (se non gestito al meglio) spazi in contropiede, esattamente com’è accaduto a Bologna alla mezz’ora, con la progressione di Ndoye a tu per tu con Okoye. L’aspetto di cui tenere conto, però, considerando fosse l’esordio di una squadra comunque in ristrutturazione, è il modo in cui l’Udinese reagisce prima al vantaggio del Bologna e poi al calcio di rigore sbagliato da Thauvin. L’aggressività degli uomini di Runjaic canalizza verso il pari siglato da Giannetti, punto d’oro che dà morale per provare a sorprendere in casa con la Lazio.
E già con i biancocelesti emerge con più forza la determinazione dei friulani: Thauvin caccia dal cilindro un assist al bacio per la testa di Lucca, che sblocca l’incontri indirizzando la gara. Le ripartenze comunque veloci della squadra allenata da Runjaic – per quanto tenga al possesso palla, il tecnico all’esordio in A sa bene come valorizzare le risorse a propria disposizione – sono una spina nel fianco della compagine biancoceleste, e Thauvin si esalta ancor prima del gol che stenderà (quasi) definitivamente gli uomini di Baroni al tappeto. Il coast to coast del francese, su una palla riconquistata a centrocampo, battezzato dalla capacità di capovolgere il fronte dando vita ad un 5 vs 2/3, è un capolavoro di pregevole fattura; e che testimonia lo stato di grazia dell’ex Marsiglia. Dall’espulsione di Kamara, l’Udinese soffre il giusto, costringendo la Lazio a traversoni al centro controllati piuttosto bene dalla retroguardia bianconera. Densità a centrocampo e capacità di incanalare – inevitabilmente visto l’uomo in meno – il gioco avversario sulle fasce denotano la volontà del tecnico, come dichiarato in conferenza, di ambire ad importanti traguardi. Da un lato lo strapotere degli strappi dei propri uomini (uno su tutti Thauvin), dall’altra l’importanza del portare a casa il risultato, sacrificando quando c’è bisogno parte del gioco offensivo proposto in precedenza.
La gara col Como, invece, ribadisce l’importanza fondamentale delle corse di Ehizibue, calciatore che s’è distinto esattamente come Okoye, artefice di parate che hanno determinato una certa solidità difensiva dei friulani. E’ dell’esterno, comunque, l’assist che permette a Brenner di portare in vantaggio i bianconeri. Nell’arco dei novanta minuti, poi, un pizzico di fortuna non guasta mai, e l’errore di Cutrone dal dischetto regala agli uomini di Runjaic 7 punti stagionali al pari di Juventus, Inter e l’altra sorpresa chiamata Torino.

Dove possa arrivare l’Udinese di Kosta Runjaic è impossibile dirlo dopo tre partite, ma è innegabile che il calcio del tecnico straniero – che per ora si è visto a tratti -, sia da un punto di vista tattico che da un punto di vista mentale, abbia rivelato parte del potenziale che ha la squadra bianconera. Se Udine riscopre un allenatore capace di riconsegnare alla piazza una certa cattiveria agonistica, le prossime sfide stagionali diranno certamente quanto i friulani possano rivelarsi la spina nel fianco delle candidate ai posti alti della classifica, e – perché no se anche a Kennedy nessuno credeva? – magari proprio la principale indiziata per essere la sorpresa più inaspettata della prossima serie A.

FOTO: Account ufficiale Instagram Udinese Calcio