Esclusiva CNP – L’agente Francesco Iovino: “Sono partito dalla polvere dei campi di periferia e, con impegno e sacrificio, sono arrivato a rappresentare calciatori professionisti di Serie B e C”

L’annata calcistica è ormai terminata e le società si stanno già preparando per programmare la prossima stagione. Proprio questo è il periodo in cui entrano in scena i procuratori dei calciatori che cercano in ogni modo di sistemare i propri assistiti nelle società. A tal proposito l’agente Francesco Iovino, proprietario della MCI Sports Consulting, nominato miglior agente giovane italiano per le stagioni 2018/2019, 2020/2021 e 2023/2024 e miglior agente italiano della Serie C per la stagione 2022/2023, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Campania Nel Pallone dove ci ha parlato di sé, dei sacrifici fatti e di come è nata l’agenzia. 

Sulla nascita di MCI Sports – “Parto col dire che il mio percorso lavorativo come agente nasce nel 2009. È stata una scelta di vita, forte, azzardata ma finora azzeccata vista qualche piccola soddisfazione. Ho deciso di intraprendere questa strada mosso dalla passione per questo sport. Prima di iniziare a lavorare come procuratore, ero però un semplice calciatore dilettante. Ho bazzicato tra Eccellenza e Promozione, vestendo tra l’altro la maglia del Nola e di altre realtà campane, con il sogno fisso di arrivare al calcio che conta. Non ci sono riuscito da calciatore e ho deciso di provarci intraprendendo la professione di agente riuscendo a superare l’esame al primo tentativo. È stato ma lo è tutt’ora un percorso molto tortuoso, pieno di insidie, perché questo è un settore dove non ci sono tanti giovani e dove devi essere abile a gestire i calciatori. Quando ho iniziato avevo 24 anni e non era assolutamente facile riuscire a rappresentare un calciatore visto che dovevo affrontare la concorrenza di gente più esperta di me. Non nascondo che i primi anni mi è stato possibile tutto ciò solo grazie al sostengo della mia famiglia. Ho dovuto lavorare duramente per riuscire ad avere i primi assistiti. Dopo un po’ di tempo in questo settore, ho conosciuto un ragazzo di grossi valori morali e professionali come Matteo Coscia. All’epoca avevamo entrambi già dei calciatori e quindi abbiamo deciso di unirci collaborando fattivamente poiché mossi dalla stessa visione e ambizione. Il tempo ci ha dato ragione e ora abbiamo un unico obiettivo ovvero quello di raggiungere  le porte del grande calcio.”

Sulla vicenda che ha coinvolto Salvatore Bagni – “Quello che ho visto nel servizio delle Iene, che ha visto coinvolto una leggenda come Salvatore Bagni, non è calcio. Quello è vendere un prodotto e considerare i calciatori come oggetti e non come esseri umani. La nostra è una figura che dovrebbe trattare i propri assistiti come persone e non come merce di scambio, basta pensare che io ogni giorno interagiamo con i nostri calciatori per cercare di migliorare nel quotidiano. Noi agenti siamo persone che, nel nostro percorso di vita e di lavoro, dobbiamo accompagnarli e cercare di fargli svolgere la propria carriera nel miglior modo possibile. Non penso sia giusto regalare un’illusione a un ragazzo che purtroppo non è portato per un determinato sport, e su questo devo fare una critica a tutto il settore che ha permesso ciò. Chi non sa giocare a calcio non per forza non può diventare un luminare o un uomo di successo. Nella vita ci sono tanti aspetti e tante opportunità che bisogna essere bravi a cogliere. C’è anche da dire che il forzare queste situazioni non parte solo dal sistema corrotto ma anche dai genitori di questi ragazzi che vogliono illudersi di avere un figlio calciatore. Purtroppo, queste sono abilità innate che non si possono acquisire.”

Sul percorso da procuratore – “Voglio sottolineare, visto che tanti ragazzi, soprattutto dell’agro nolano, mi hanno contattato per apprendere il mio mestiere, che questo non è un percorso per tutti. È un lavoro che impiega sacrifici e che non lascia tempo libero, è un impegno dove non esistono i sabati e le domeniche. Chi si affascina a questo mestiere non deve partire con la convinzione che può fare subito quello che fanno i grandi procuratori. Quello che fanno loro, sono frutto di tanti anni di gavetta, di impegno e sacrificio. Poi, quello dell’agente è un percorso di soddisfazione e passione, dove non bisogna mollare, visto che se si crede in un sogno bisogna crederci fino alla fine. Alle batoste non bisogna arrendersi ma anzi bisogna rialzarsi e lottare. I calciatori oggi sono presi da tante illusioni, è difficile gestirli visto che non hanno più i valori di una volta e bisogna chiamarli spesso per assicurarsi che vada tutto bene. Poi va perseguita una strada. Ho cercato di perseguirla per anni, poi ho trovato chi ne aveva una simile e visto che l’unione fa la forza abbiamo deciso di farlo unirci. Un giorno ho deciso di staccare tutto per andarmi a buttare sui campi di periferia e ho cercato, con impegno e dedizione, di scalare posizioni. Dalla polvere del Bellofatto di Baiano sono passato ad avere calciatori in Serie B e in Serie C. Il mio obiettivo, come ho detto in precedenza è quello arrivare in A insieme a questi calciatori. Calciatori che poi devi gestire al meglio. Oggi il calciatore non è un numero, insieme al suo procuratore, visto l’assottigliamento del gap delle categorie, si può fare il salto.”

Sul probabile addio di Bertotto e sul futuro di Luciano Peluso – “Io credo che, nel caso in cui Bertotto lasci il Giugliano, Peluso non rischi di finire ai margini della rosa. Luciano è un classe 2005 che nel corso della stagione corrente ha svolto un percorso importante su se stesso. È l’unico ragazzo, uscito dalla primavera del Napoli, ad aver giocato con continuità in Serie C e su questo devo fare un ringraziamento speciale alla società, in particolare al presidente e ai direttori, per aver creduto in lui sin da subito. È un ragazzo che si è distinto per il suo talento e sono sicuro che non avrà problemi, in un’eventuale successione, a essere al centro del progetto. Poi per il futuro non si può mai sapere visto che potremmo avere delle richieste già nell’immediate sessione di calciomercato.”

Sulla Palmese – “Credo che quello che è successo alla Palmese sia un asset normale che con il tempo si andrà a definire. Bisogna ringraziare il presidente Rega che ci ha sempre messo la faccia e si è sempre battuto in prima linea per il club, sono sicuro che i soci riusciranno a trovare un nuovo proprietario e a far iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie D.”

Sul Nola e su Palma – “Penso che, quando una società decide di acquistare un titolo e di rivoluzionare il proprio organigramma, è normale che ci sia un azzeramento delle gerarchie calcistiche. Io auguro alla società del presidente Langella di trovare la quadra giusta e di ritornare fra i professionisti.”

Su D’Agostino – “Penso che D’Agostino sia stato un valore aggiunto per la stagione del Giugliano e che quest’anno abbia dimostrato la sua bravura nel ritagliarsi lo spazio giusto. I club che lo prenderanno faranno un ottimo affare perché troveranno un ragazzo motivato, che sa giocarsi le sue carte e che vuole mettersi in mostra.”

Su De Rosa  “Roberto è un ragazzo che nel corso degli anni ci ha dato tante soddisfazioni. È uno che ha fatto tanta gavetta e che ha dimostrato di saper scalare le categorie, d’altronde lui è partito dall’Eccellenza ed è arrivato in Serie C da protagonista.”

Su Isaac e D’Angelo – “Due giocatori che quest’anno ci hanno dato tante soddisfazioni sono stati Isaac, che con la Gelbison si è messo in discussione, con tanta umiltà e ha messo a segno ben 20 reti, condite da sette assist, nella stagione corrente. Non nascondo che infatti diverse società mi hanno contattato tra cui realtà professionistiche. E un plauso va fatto anche ad Antonio D’Angelo che in ogni stagione si contraddistingue per il grande lavoro e la serie di numeri che riesce a portare ad ogni società dove milita.”