La preview di Juventus-Napoli. Il nuovo corso bianconero con Thiago Motta. Conte ritrova il suo pubblico ma da comandante azzurro

Le ultime cartoline di Antonio Conte in visita all’Allianz Stadium di Torino non sono proprio indimenticabili anzi, tra improperi, dita medie esibite, torti arbitrali marchiani e contesto generale, il calcio ha deciso che l’incrocio di Conte da avversario della “Sua” Juventus dovesse essere qualcosa da consegnare all’oblio quanto prima.
Certo, perché l’attuale tecnico azzurro ha indossato quella maglia a strisce per tredici anni da calciatore ed è salito sul tetto del mondo, mentre da allenatore ha ridato credibilità, trofei e mentalità vincente alla Vecchia Signora, tramortita dopo lo scandalo Calciopoli. Il Conte tifoso juventino fino al midollo resta, tuttavia, un professionista – come da lui stesso detto più volte – e pertanto non si sottrae ad avventure che lo porterebbero nella sua casa torinese ma da avversario. È già successo tre volte, tutte e tre con una nuova, insolita, ulteriore maglia a strisce ovvero quella dell’Inter ma in un contesto surreale.
Se è vero, infatti, che da quando ha lasciato la panchina bianconera Conte ha affrontato la Juventus per tre volte, è altrettanto vero che, da avversario, non ha mai più fatto i conti con la juventinità, ovvero con il popolo presente allo stadio, dal momento che suo il periodo interista ha coinciso, per tre quarti, con il periodo del covid e quindi con il contesto degli stadi chiusi.
Il bilancio di Conte allo Stadium da “allenatore colorato” recita, comunque, due sconfitte ed un pareggio e, proprio in occasione dello 0-0 in semifinale della Coppa Italia edizione 2020/21, proprio il mister salentino ha avuto non pochi sassolini da togliersi dalle scarpe nei confronti dello stato maggiore della Juventus.

Adesso, che nel mondo là fuori tutto sembra un po’ più normale, va in scena Juventus-Napoli, con il pubblico che regna di nuovo sovrano negli stadi ed entrambe le squadre coltivano sogni di monarchia. Dopo aver accarezzato la testa della classifica, il Napoli si appresta a sostenere il primo vero stress test per capire quanto realmente si possa considerare una candidata alla vittoria finale del campionato. Certo, propositi del genere quando siamo solo a settembre sono prematuri ma si sa che Conte e le sue squadre hanno dato il meglio di sé quando hanno avuto a disposizione tutti i giorni infrasettimanali per lavorare sul campo di allenamento in vista della partita successiva in campionato: la prima Juventus ‘11/’12, il primo Chelsea ‘16/’17 e l’Inter auto-eliminatasi da Champions ed Europa League nel ‘20/’21 sono la sublimazione di un lavoro certosino, che ha sempre dato lo stesso frutto. Indovinate un po’ quale. Ebbene, se a questo aggiungiamo anche il mercato condotto in estate dalla società partenopea e, relativamente, la stanchezza delle competitor a causa delle sfide internazionali, allora possiamo dire che non immaginiamo affatto che il Napoli si nasconda. Non si nasconde, di certo, Romelu Lukaku, dimostratosi subito in grande spolvero nelle prime due partite in azzurro. Lo Stadium, però, rappresenta per lui una specie di Triangolo delle Bermuda, non avendo mai segnato su azione su quel campo e, per di più, fornendo sempre prestazioni sottotono. Non si nascondono più Lobotka e Anguissa, tornati ai livelli spallettiani e che, per adesso, faranno da chioccia agli scalpitanti McTominay e Gilmour, pronti ad entrare a gara in corso. Kvara e Politano, invece, sono i riferimenti offesivi insieme a Big Rom e se per il primo non c’è da stupirsi, per l’ex Inter e Sassuolo, invece, si guarda con interesse alle prestazioni e più in generale al dualismo con Neres, suo sostituto naturale e, chissà, anche qualcosa in più, non solo a gara in corso. Infine, la fase difensiva, marchio di fabbrica Antonio Conte da perfezionare e più volte salvata dall’ultimo baluardo, ovvero Meret, forse uomo copertina di questo primo scampolo stagionale. Capitan Di Lorenzo, Buongiorno e Rrahmani agiranno, quasi sicuramente, nelle retrovie, con precisi compiti anche in fase di costruzione della manovra.

E la sensazione è che ci sarà parecchio da difendere, perché la Juventus che ha raccolto due 0-0 tra Roma ed Empoli è stata la versione quiescente di una squadra con molte cartucce da giocare, via via sempre meglio usate ed amalgamate dal nuovo tecnico Thiago Motta. Anche in casa bianconera il mercato è stato di top livello, con circa duecento milioni investiti e ogni reparto rinforzato con acquisti funzionali alla causa. Koopmeiners e Nico Gonzalez– in gol al Maradona l’ultima volta, in maglie Atalanta e Fiorentina –, Kephren Thuram, Douglas Luiz sono i volti nuovi di una Vecchia Signora che nemmeno può nascondersi rispetto a propositi di scudetto, nonostante il doppio impegno. Champions League che ha visto la Juve imporsi e bene sul PSV, con il battesimo di fuoco del nuovo 10 Kenan Yildiz – in gol come soleva fare Del Piero – e con una difesa che, nonostante il primo gol subito in cinque partite, dimostra una certa natura blindata e rassicurante per i tifosi.

Infine, due parole sull’incrocio tra i due tecnici: Conte e Motta sono, infatti, stati rispettivamente allenatore e giocatore l’uno dell’altro ad Euro 2016, con il CT ad investire l’allora centrocampista del PSG della maglia numero 10, a dimostrazione della sapienza tattica dell’italo-brasiliano. Quella stessa sapienza che non ha smesso di tradurre in cose concrete anche da allenatore. Tuttavia, alla sua prima vera esperienza in panchina, ci ha pensato proprio Antonio Conte a decretare l’esonero di Thiago Motta, alla guida del Genoa fino al 21 dicembre 2019, quando la furia di Romelu Lukaku si abbatté sul grifone e l’Inter si impose per 4-0, in un freddo sabato natalizio.
Sabato, ore 18, Conte, Lukaku, Thiago Motta, pubblico allo stadio. Sediamoci comodi e strizziamo l’occhio ai buoni auspici.

Fonte foto: pagina Instagram SSC Napoli