Al cardiopalma, il Napoli ottiene la seconda vittoria consecutiva, lo fa battendo il Parma in rimonta grazie ai gol siglati da Romelu Lukaku e Frank Zambo Anguissa nel corso del maxi recupero di undici minuti. Un successo molto importante per il morale, era infatti fondamentale dare seguito alla ventata d’aria positiva generata dal 3-0 rifilato al Bologna e dall’impennata al fotofinish del mercato in entrata, conclusosi con gli innesti di Romelu Lukaku, Scott McTominay e Billy Gilmour. Decisivi gli ingressi proprio di Romelu Lukaku e di un altro neo acquisto di spessore, ossia David Neres, autore del secondo assist in due presenze con la maglia azzurra. Tuttavia rispetto alla convincente prova offerta contro il Bologna, che aveva lasciato sensazioni positive anche dal punto di vista della tenuta difensiva, da parte del Napoli c’è indubbiamente stato un passo indietro. Certamente è da premiare il carattere e la veemenza dimostrata nella ricerca dei tre punti, ma la prestazione fornita dagli azzurri contro la compagine guidata da Fabio Pecchia, deve indurre a delle riflessioni in merito a varie situazioni da rivedere sotto l’aspetto tecnico-tattico.
L’espulsione di Suzuki, che ha costretto il Parma a disputare il resto della gara con in porta il difensore Delprato, ha indubbiamente dato una grossa mano al Napoli, che durante il primo tempo ha tremendamente sofferto le avanzate avversarie. Nella prima frazione di gioco infatti, il Parma arrivava nei pressi dell’area di rigore partenopea con estrema libertà, per via di un centrocampo che palesava poco filtro e presentava delle vere e proprie voragini. Con la mediana a due, Anguissa e Lobotka hanno il compito di ricoprire una notevole zona del campo e contro i ducali sono entrambi apparsi in evidente affanno. Un dato di fatto che fa emergere la necessità di valutare seriamente l’utilizzo di una mediana a tre, che potrebbe garantire maggiore sostanza, solidità ed anche qualità in mezzo al campo.
L’aggiunta di un centrocampista di straordinaria completezza e duttilità come Scott McTominay, fisico, abile nei contrasti e con doti considerevoli anche nell’attacco degli spazi, può portare all’auspicato salto di qualità a centrocampo. Così come potrebbe risultare un elemento prezioso all’interno dell’organico lo stesso Billy Gilmour, sempre molto apprezzato dagli allenatori per la sua ottima visione di gioco ed intelligenza tattica. La presenza dei due scozzesi potrà dunque permettere ad Antonio Conte di considerare un passaggio al 4-3-3, che in linea generale resta il modulo più idoneo alle caratteristiche della rosa, o al 3-5-2, vale a dire il suo schema di gioco tradizionale e attraverso cui il tecnico salentino ha costruito le proprie fortune nell’arco della sua carriera da allenatore.
Attualmente altra nota dolente risultano essere le corsie esterne, con Mazzocchi e Olivera che non sembrano garantire la necessaria dose di qualità in una zona del campo cardine nel contesto dello schema di gioco sinora utilizzato. Come giustamente dichiarato dallo stesso Conte, il mancato introito della cessione di Victor Osimhen non ha consentito di completare fino in fondo il mercato. Al Napoli sarebbero infatti serviti un laterale destro ed un braccetto di sinistra. Nell’ottica del modulo utilizzato sinora o di un eventuale 3-5-2, una soluzione ideale per alzare il tasso tecnico sulle fasce sarebbe quella di schierare, nel ruolo di laterale destro, Giovanni Di Lorenzo, che in questa posizione, essendo caratterizzato da una spiccata propensione alla fase di spinta e da un’ottima capacità di inserimento, avrebbe modo di sfruttare al meglio il suo potenziale. Al contempo è presumibile che Olivera andrebbe ad agire da braccetto di sinistra, Rrahmani si sposterebbe nella posizione di braccetto di destra e Buongiorno tornerebbe nella posizione che lo stesso ex Torino ha definito la più congeniale alle sue caratteristiche, ovvero quella di centrale.
Come dichiarato da Conte, siamo all’inizio di un processo di ricostruzione e serve pazienza affinché questo Napoli raggiunga una fisionomia del tutto consolidata. Nel frattempo le due vittorie con Bologna e Parma costituiscono quella boccata di ossigeno di cui tutte le componenti del club e l’ambiente avevano bisogno, perché vincere aiuta a vincere.
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