Bellinazzo a Tutto Benenevento:” Ripartire tenendo in considerazione il modello tedesco, altrimenti inutile iniziare “

Il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Marco Bellinazzo, ospite nell’ultima puntata della trasmissione ” Totalmente Dipendente”, ha parlato delle possibili conseguenze economiche legate alla non ripresa dei campionati ed in particolar modo all’eventuale ipotesi, anche se remota, di non accesso in Serie A del Benevento. Ecco di seguito le dichiarazioni riportate da TuttoBenevento.it

RAPPORTO GOVERNO – SISTEMA CALCIO: “Innanzitutto credo che sia stato sbagliato l’approccio con cui il sistema calcio si è rapportato al Governo: andare lì con il cappello in mano significa non aver capito la propria importanza e non dimostrarla nei confronti delle istituzioni pubbliche”.

QUANTO VALE IL CALCIO – “Il calcio e il comparto sportivo producono di gettito fiscale 1 miliardo e 200 mila euro minimo all’anno e un terzo di questo gettito ritorna allo sport attraverso il finanziamento pubblico che ogni anno il Governo stanzia e che va al Coni e poi in Federazione. Quindi c’è una filiera che va dal calcio di vertice, perché poi la Serie A e in particolare le ritenute sugli stipendi dei calciatori rappresentano quasi il 40% se non la metà di tutto questo gettito, e rifluisce su tutto il sistema sportivo. Andare a intaccare questa filiera non significa tanto intaccare gli stipendi dei big quanto andare a intaccare tutta la filiera sportiva che va dalla Serie A alle categorie minori del calcio dilettantistico e tutte le altre discipline professionistiche e dilettantistiche del Paese fino alle palestra e alle piscine che frequentiamo giornalmente. Quindi, bisognava avere un approccio ben diverso e dire: io sono un settore industriale e per un anno mi dai non un terzo ma due terzi per rimettere a posto le cose in cambio, ovviamente, di riforme e di una ritrovato equilibrio economico del sistema. Questo è a mio avviso il grande errore di queste settimane“.

PERDITE – “È evidente che la Serie A deve già fare conto con perdite importanti per quanto concerne questa stagione, anche se si riprenderà. Penso che le perdite possano essere calcolate sui 150/200 milioni di euro solo tra botteghino e rimborso degli abbonamenti. Poi andranno calcolati, in un secondo momento, i danni derivanti da minori introiti dalle sponsorizzazioni e tutte le conseguenze in tema di diritti tv. Difficilmente, venendosi a configurare uno scontro tra società e tv, in seguito si riusciranno a ottenere introiti uguali e maggiori a quelli attuali”.

RIPARTENZA – “Sicuramente, ancor di più dopo la decisione della Germania, non si può che tentare una ripresa. Avrei preferito un approccio diverso da parte del sistema calcio, avrei preferito che tutti prendessero coscienza della situazione, assumendosi ognuno per la sua quota i sacrifici che anche noi saremo chiamati a fare e che quindi anche nel calcio saranno necessari. Così, allo stesso tempo, si sarebbe potuto immaginare una ripresa magari diversa. La mia preoccupazione è che, al di là della ripresa degli allenamenti, immaginare di giocare 124 partite senza un contagio, con tutte le problematiche che ci sono, possa risultare molto ma molto complicato. Credo sarebbe stato meglio, accettando una parte dei danni, giocando magari i play-off anche in Serie A. Immaginare delle formule diverse, una soluzione creativa, una via italiana per la ripresa avrebbe dato un maggiore appeal al finale di stagione”.

POCA VOGLIA DI ASSUMERSI RESPONSABILITÀ – “Il tentativo va fatto anche per ragioni economiche e sociali ma in questo modo si rischia di scontrarsi con una situazione politica assolutamente deprecabile in cui si sta giocando con le zone grigie dei regolamenti per non assumersi responsabilità.  Il problema è strettamente legale: al momento la Serie A non ha ancora depositato il protocollo per le partite, che è quello più complicato; il ministro Spadafora aspetta che sia presentato questo protocollo per bocciarlo e perdere altro tempo nella consapevolezza che se non si riparte per giugno sarà impossibile chiudere entro il 2 agosto.

Allora, o si assume un atteggiamento di responsabilità collettiva e si decide di accettare il rischio e di adeguarsi al modello tedesco, secondo il quale se c’è un contagiato va in quarantena solo lui e si continua, oppure è inutile perché pensare di ricominciare e di bloccare tutto di nuovo al primo positivo equivarrebbe a un vero e proprio suicidio collettivo che farebbe anche più danni di una non ripresa e innescherebbe una serie di polemiche senza fine”.  

L’OSTACOLO PIÙ GRANDE – “Il problema vero riguarda il protocollo per le partite perché lì subentrano discorsi in ordine a spostamenti, di trasporti, di terzi che possono venire in contatto con giocatori o con lo staff su cui nessuno vuole prendersi la responsabilità perché ci sarebbero anche conseguenze penali per i Presidenti e i suoi sottoposti”.

QUANTO VALE LA SERIE A PER IL BENEVENTO – “Fare o non fare la serie A per una realtà come Benevento significa perdere almeno 50 milioni. Andare in serie A significherebbe accedere ai diritti tv della Serie A che per i giallorossi, a spanne, varrebbero sui 35 milioni di euro; contando poi sponsorizzazioni e botteghino arriviamo sui 50 milioni di euro.Quindi tra A e B c’è una differenza di 50 milioni circa per il Benevento. Però credo che terminare o non terminare il campionato, dal punto del risultato, sia irrilevante perché il Benevento anche con un solo punto di vantaggio, e ne ha 22 sulla terza, ha acquisito in caso di sospensione definitiva del torneo il diritto di essere promosso, così come la seconda perché a inizio campionato è previsto che le prime due vanno direttamente in A. Il discorso cambia per la terza per la quale è più complicato reclamare questo diritto per via del fatto che la terza viene fuori dai play-off. Ma sul fatto che prima e seconda vadano comunque in A anche in caso di stop definitivo io non ho alcun dubbio”.

POTENZIALITÀ ECONOMICHE DA ALTA SERIE A  – “Sicuramente il Presidente Vigorito e la sua azienda possono tranquillamente posizionarsi a metà della classifica se non qualcosa in più in serie A. Il Benevento ha le potenzialità per reggere in un calcio italiano di Serie A che subirà una crisi importante nel post pandemia quindi aziende solide, come quella di Vigorito, che risentiranno di meno possono competere meglio e di più.  Il ritorno in A del Benevento farebbe del bene a tutto il calcio italiano e da napoletano spero che questo avvenga in maniera più strutturale perché c’è una maggior presenza del Sud”.

DANNI ECONOMICI DOVUTI ALLA PANDEMIA. SPONSORIZZAZIONI E DIRITTI TV: COSA POTREBBE CAMBIARE NEL POST COVID – “Ci sono danni certi legati agli stadi chiusi e stiamo sui 150 milioni che la serie A dovrà comunque accollarsi anche in caso di ripresa; c’è poi tutto il discorso legato alle sponsorizzazioni che la serie A stima sui 200 milioni di danni. E’ evidente che qui c’è un problema legato all’attività di promozione che tante aziende a causa della crisi dovranno tagliare perché costrette a pensare prima alle loro attività e ai loro lavoratori per cui ci potrebbero esserci danni importanti l’anno prossimo riguardo alle sponsorizzazioni. Poi c’è il tema fondamentale dei diritti tv: ad esempio Sky ha già fatto sapere che non pagherà l’ultima rata (233 milioni di euro) fino a quando non ci sarà certezza sulla ripresa e ci sarà comunque un problema di contenziosi che di certo non favorirà le prossime contrattazioni dei diritti tv, che vedranno gioco forza come contraente sempre Sky, anche perché Dazn è in difficoltà e non si sa che continuerà. Quindi litigare con quello che sarà un tuo cliente non è il massimo e confermare l’attuale cifra di 1,4 miliardi di euro per i diritti tv non sarà facile, senza pensare che l’auspicio era strappare un accordo da 1,6 miliardi per le prossime stagioni.

Tutte queste situazioni e queste incertezze finiranno per farci perdere credibilità a livello internazionale e tutto ciò comporterà un impoverimento di tutto il sistema calcio nazionale, così ci saranno sempre meno giocatori importanti che verranno a giocare in A e rischiamo di riprecipitare in un circolo vizioso