Esclusiva Cnp – Intervista a Luigi Sanchez, artefice del miracolo Mariglianese: “Ci davano per spacciati. Devo tanto a questa città”

Se la città di Marigliano, ieri mattina , si è svegliata con il solo obiettivo di omaggiare i propri beniamini della US Mariglianese, il merito va, in gran parte a Luigi Sanchez che, in due anni e forte del supporto di una società solida, ha saputo costruire una compagine umile, altrettanto solida, capace di raggiungere un obiettivo clamoroso come la salvezza, in un girone proibitivo come quello pugliese della Serie D. Nell’intervista che, in esclusiva, il tecnico ha rilasciato ai nostri microfoni sono riassunti gli attimi di calcio che hanno preceduto la festa – con quella che è stata una grande battaglia sul campo del Brindisi – e i valori di un intero club che non ha mai perso la bussola, neanche nei momenti più delicati della stagione.
Ecco le sue dichiarazioni:

Ha realizzato quello che è successo?

“Si, anche se non mi aspettavo di salvarmi con una giornata di anticipo. Ho realizzato al 99esimo minuto e trenta secondi, dopo una grande battaglia a Brindisi. Anche loro dovevano salvarsi e infatti hanno cercato di fare la partita della vita non regalandoci nulla. L’arbitro ha dato dieci minuti di recupero e quando ho visto i tifosi del Brindisi gioire nonostante la sconfitta della loro squadra ho capito che, dopo due anni splendidi, il nostro sogno si era avverato”.

Che partita è stata? C’è stata anche un po’ di ansia, da entrambe le parti, legata alla salvezza?

“Il clima era un po’ ostile, non da parte del pubblico ospitante ma da parte dei calciatori del Brindisi che mi sono sembrati presuntuosi e di questo sono sorpreso. Pareva fossero sicuri di batterci e anche i miei calciatori avevano questa sensazione. Per la prima volta da quando alleno, in una partita fuori casa ho preso i miei ragazzi e li ho raccolti in cerchio prima del fischio d’inizio. L’ho fatto per spronarli e per sciogliere la tensione e loro mi hanno meravigliato con un’altra splendida gara. Il Brindisi, insieme al Fasano, sa sfruttare molto bene la profondità e noi non gliel’abbiamo concessa”.

Non si aspettava, dunque, di salvarsi con una giornata di anticipo ma c’è stato un momento in cui, dando uno sguardo anche alle altre partite, ha avuto la sensazione che stesse succedendo qualcosa?

“Il nostro obiettivo era quello di provare a salvarci domenica prossima col Francavilla ma a fine primo tempo, nonostante stessimo vincendo, non eravamo ancora matematicamente salvi. Avevamo bisogno che sugli altri campi maturassero altri risultati positivi per essere padroni del nostro destino già ieri. Questi risultati alla fine sono arrivati e ci hanno dato ancora più forza in vista del recupero molto lungo. Questa vittoria non ci è stata regalata così come le altre. Siamo fieri di noi stessi”.

Lunedi si sono visti grandi meriti nel limitare il Brindisi. La Mariglianese ha riscritto, grazie a prestazioni come quella di ieri, la geografia della bassa classifica, determinando una quota salvezza clamorosamente alta.

“L’unico momento in cui siamo stati realmente impensieriti è stato al minuto sei con un loro colpo di testa. Abbiamo vinto meritatamente, cercando anche il raddoppio. Per quanto riguarda il coefficiente punti ci davano per spacciati, per Cenerentola. Io a questo paese devo tanto però c’è stato un momento, verso dicembre, dove qualcuno è entrato a far parte di questo club dando inizio a tante chiacchiere che hanno distratto la società. Risultato: un pessimo mercato di dicembre a cui però siamo stati bravi a porre rimedio a febbraio con la fortuna della riapertura del mercato. Le colpe degli errori di dicembre non sono state nostre, in fondo, ma di una confusione normale. Abbiamo avuto un vuoto numerico, avendo perso il nostro miglior giocatore. Pensavamo ad una quota salvezza intorno ai 40 punti ma non è stato così. Se il Nardò ieri avesse vinto sarebbe stata addirittura a 47/48. È stato un campionato eccezionale e ora devo riposarmi, almeno per un mese. Ringrazio tutta la famiglia Abete, lo sponsor Netgroup che ci ha aiutati, l’avvocato Ciccone che è stato un punto di riferimento in questi quattro mesi e poi i ragazzi che sono stati eccezionali”.

Lei ha avuto a disposizione il tempo – che, pare scontato, ma è una cosa molto rara nel calcio – per lavorare sui nuovi calciatori arrivati. A molti suoi colleghi il tempo è mancato e sono stati esonerati quando si trovavano in condizioni neanche tanto critiche. Le chiedo: qual è il messaggio che vorrebbe circolasse dalla Serie D in giù, ma forse anche in C?

“Se una società prende un allenatore e si rende conto che il legame umano e tattico che instaura con la squadra è forte, non dovrebbe mai esonerarlo. Un allenatore riconosce il momento in cui la squadra non lo segue. Marigliano ha sempre avuto pazienza e c’è sempre stata la sensazione di star facendo un campionato super. È normale poi dividersi se le vedute tra tecnico e società sono differenti oppure non si è in linea con i dirigenti. Nel mio caso io sapevo che la Mariglianese, come organico, fosse inferiore a tutte le squadre del girone, eccetto forse il Matino. Ci vuole anche fortuna. Questo è alla base di tutto”.  

Fonte foto: Marco Credendino, pagina ufficiale Facebook US Mariglianese